Caro Miur,
in prima elementare, nonostante la diagnosi di “autismo” fatta a mio figlio Nino dall’Istituto di Neuropsichiatria infantile sito in Via dei Sabelli a Roma, non ci hai assegnato il sostegno pieno durante le ore scolastiche.
Così abbiamo fatto ricorso al TAR, abbiamo vinto.
Il ricorso al TAR comporta la spesa della marca da bollo (600 euro) e le spese legali (altri 1000 circa). Il costo della marca da bollo è sempre stato pari a 50 euro, ma evidentemente per scoraggiare i ricorsi facili lo hai elevato ad una cifra tale da risultare, per alcune famiglie, pari a mezzo stipendio mensile. Comunque il TAR ci ha dato ragione.
Allora tu, caro Miur, hai emesso un decreto: per poter ottenere il sostegno, un bambino deve essere coperto dalla Legge 104, articolo 3 comma 3, ovvero “disabilità grave“. Noi non l’abbiamo mai richiesta in quanto è una legge destinata perlopiù alla tutela dei lavoratori dipendenti.
Così tu, caro Miur, hai fatto causa a me e a mio marito affinché venisse tolto il sostegno al nostro Nino, nonostante la vittoria al TAR e l’autismo certificato, perché secondo le tue nuove disposizioni nostro figlio non avrebbe i requisiti necessari.
Allora ci siamo costituiti contro l’Avvocatura di Stato, tua rappresentante contro noi. Per poterlo fare abbiamo speso altri 1000 euro. Abbiamo vinto in giudizio di primo grado al Consiglio di Stato. Il giudice avrebbe detto agli Avvocati di Stato testuali parole: “Ma come avete potuto fare causa a questa famiglia con questa diagnosi?!”. Ce lo ha riferito il nostro Avvocato.
A Marzo ci toccherà l’udienza di secondo grado. Nel frattempo abbiamo chiesto e ottenuto la Legge 104, articolo 3 comma 3. Però pare che tu, caro Miur, non l’abbia saputo e quindi la causa va avanti. Noi nel frattempo spenderemo altri soldi.
In un altro Paese non sarebbe mai successo. Per un bambino con una diagnosi non rivedibile e severa come questa, il sostegno pieno a scuola è un diritto incontestabile.
Quando mi ha chiamata l’Avvocato per la seconda udienza ho risposto che avrei chiesto asilo politico all’estero perché perseguitata da un Organo di Stato. Quell’organo sei tu, caro Miur, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Ricerca di cosa? Di bambini da rovinare? Di famiglie a cui sguinzagliare contro l’Avvocatura di Stato come fossero criminali? Famiglie che dovrebbero essere semplicemente sostenute e abbracciate.
Questa lettera è per te, caro Miur. Sono certa che qualcuno te la farà avere.
Sabrina, una mamma
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