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Sinistra Italiana: dopo le elezioni serve il partito

Radicalità nei contenuti, profilo di governo e organizzazione: cosa serve verso il congresso

In queste settimane di campagna elettorale, le compagne e i compagni di Sinistra Italiana si sono spesi generosamente, con un impegno straordinario, per far vivere in tutta Italia le ragioni della Sinistra, dando vita ad una molteplicità di liste ed esperienze, dalle “capitali” d’Italia – Roma e Milano – a centinaia di comuni di medie e piccole dimensioni.

Oltre 13 milioni di italiani chiamati alle urne e la rilevanza di alcune delle città che andranno al voto implicheranno per queste elezioni, soprattutto nelle valutazioni e nel dibattito pubblico che si svilupperà ex-post, anche un peso politico più generale.
Per questa ragione, dunque, dobbiamo augurarci – e possiamo ragionevolmente sperare – che da questa tornata elettorale emerga un risultato positivo di tutte le liste di Sinistra che, in contesti e collocazioni anche diversi, esprimano insieme radicalità nei contenuti, un profilo di governo e una proposta complessivamente utile e credibile agli occhi del nostro popolo.

Un segnale significativo potrebbe arrivare in questo senso dalla riconferma dei Sindaci che la Sinistra già oggi esprime in due importanti capoluoghi dell’Italia meridionale: Luigi De Magistris a Napoli e Massimo Zedda a Cagliari.
Così come, su dimensioni diverse ma non meno importanti, dal test di una realtà come Sesto Fiorentino, dove Sinistra Italiana (caso probabilmente unico nei comuni con più di 15mila abitanti) sarà sulla scheda con il proprio simbolo e con la concreta possibilità di sfidare il Partito Democratico al ballottaggio, in una delle roccaforti territoriali del premier Renzi.

Sarà importante, insomma, poter riscontrare un risultato positivo di tutte quelle liste che, sia con candidature autonome e credibili che con un impegno coalizionale, di centrosinistra, capace di riproporre esperienze di buon governo, rappresenteranno nel vivo della contesa elettorale un impedimento e un’alternativa all’affermarsi della narrazione del renzismo, dei populismi o delle destre.

Perché questo, al fondo, è per noi il nodo decisivo anche di questo voto: affermare che esiste, strategicamente, lo spazio politico per una Sinistra in grado di impedire il compimento del disegno renziano di Partito della Nazione, di “normalizzazione” di ogni livello politico e istituzionale, di confinamento delle sinistre politiche e sociali in una ridotta minoritaria.
Lo spazio politico per una Sinistra che si è spesa per il referendum di aprile contro le trivellazioni, che voterà No al referendum costituzionale di ottobre, che è al fianco della CGIL nella raccolta delle firme per la Carta universale dei Diritti del Lavoro e per l’abrogazione del Jobs Act.

È su questi elementi strategici, di visione del Paese e del suo futuro, e non per contrarietà o sulla base di posizionamenti tattici locali, che potremo infatti rendere Sinistra Italiana un fatto di popolo, un’opzione politica in grado di parlare ai tanti, ai più, che vivono ben oltre i confini delle nostre cerchie troppo spesso autoreferenziali.

Il voto di domenica, nell’ambito di contesti locali differenziati e caratterizzati da elementi che non possono essere letti con le lenti della politica nazionale, ci consegnerà risultati utili a misurare la capacità di ogni singola, e peculiare, esperienza di costruire consenso sul proprio territorio.

Come abbiamo detto più volte, tuttavia, per vincere in prospettiva la sfida al renzismo (e più complessivamente all’austerità e alle disuguaglianze imposte dall’establishment politico ed economico europeo) servirà, come strumento essenziale, il partito.
Quel partito, Sinistra Italiana, che proprio perché si candida ad assumere un ruolo rilevante per i destini dell’Italia e dell’Europa, non può certo nascere e definirsi in un appuntamento elettorale, sia esso nazionale o, meno che mai, locale.

È per questo che, nelle prossime settimane, dopo il voto e gli esiti dei ballottaggi (sperando di poterne festeggiare i risultati), dovremo ridare centralità al nostro impegno per la costruzione di SI, recuperando lo spirito di Cosmopolitica e della fondativa assemblea del Teatro Quirino.
Democrazia, organizzazione, radicamento: i mesi a venire, attraverso il referendum costituzionale e fino al nostro congresso di dicembre, saranno decisivi per fare di Sinistra Italiana il partito che da troppo tempo manca al nostro Paese.

Mattia Nesti

Classe 1992, studente di Economia all'Università di Bologna, giornalista. Devo la passione per la politica al movimento studentesco dell'Onda del 2008; da allora, e nelle molte esperienze successive, mi sono convinto che la nostra generazione abbia bisogno della sinistra, e di una buona e bella politica. Alle elezioni regionali del 2015 sono stato il candidato della Sinistra più votato nel collegio provinciale di Pistoia e alle elezioni amministrative del 2017 ho sostenuto la candidatura di Samuele Bertinelli guidando la lista Sinistra per Pistoia. Oggi sono uno dei coordinatori di Articolo 1 MDP Pistoia e membro della segreteria provinciale di ARCI.

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