Esse - una comunità di Passioni

Governo Gentiloni

La prova di forza del renzismo

Niente elezioni anticipate, niente cambiamento: la maggioranza del Partito Democratico ha deciso di tirare dritto come se nulla fosse successo e, ignorando le istanze della minoranza del partito e, soprattutto, del Paese reale, ha determinato in poche ore l’esito della crisi di governo, “cambiando perché nulla cambi”, per usare le parole del Gattopardo.

L’incarico a Gentiloni rappresenta l’ennesimo schiaffo al Paese reale, che nell’ansia di cambiamento aveva investito il voto referendario che ha rappresentato, come tutti gli analisti hanno riconosciuto, non solo un rifiuto della pessima riforma costituzionale ma anche un deciso NO a quanto il governo Renzi ha fatto nei suoi mille giorni.

In questo, la posizione di Sinistra Italiana espressa al Presidente dalla nostra delegazione è stata assolutamente coerente: governo di scopo, che faccia una nuova legge elettorale e che porti l’Italia a nuove elezioni nel più breve tempo possibile; no ad un governo Renzi bis. Arturo Scotto, capogruppo alla Camera, ha richiesto due cose nell’incontro con Mattarella: chiarezza e serietà. L’incarico a Gentiloni nasconde, invece, l’intenzione di Renzi (e del reale artefice dell’operazione appena andata in porto, cioè Dario Franceschini) di voler proseguire l’esperienza renziana almeno fino alla tarda primavera, per celebrare prima il congresso del Pd e poi, da una posizione rafforzata, ripartire verso le elezioni per riconquistare il governo.

Nel quadro appena delineato, appare centrale quanto accadrà nella Direzione del partito di maggioranza, convocata per lunedi alle 12: incoronato Gentiloni, il buon Matteo vorrebbe completare l’operazione cercando l’investitura del partito per avviare, di fatto, il percorso congressuale.

La minoranza del Partito democratico subisce, così, l’ennesimo schiaffo: dopo essere stata oltraggiata mercoledi scorso, con un Renzi borioso che si è limitato a comunicare le sue intenzioni impedendo che si aprisse un dibattito, è stata umiliata in questi giorni attraverso la negazione di qualunque forma di ascolto e dialogo.

Qui si inserisce il congresso di Sinistra Italiana, che prenderà il via nei prossimi giorni e che culminerà nel Congresso nazionale, previsto per il 17-19 febbraio prossimi; congresso cruciale per le sorti della Sinistra nel nostro Paese. Solo un esito chiaro, favorevole ad una linea “di lotta e di governo”, ad una linea che voglia un Partito non chiuso nelle proprie stanze ma aperto alla società ed al mondo in cui vive, con una vocazione maggioritaria e di governo ma, nel contempo, di netta opposizione al renzismo in tutte le sue salse ed in tutte le sue sedi potrà dare all’Italia quello di cui necessita: un punto di riferimento per tutti coloro che, a partire dal NO! al referendum, vogliono costruire un Paese più giusto; un punto di riferimento necessario per chi, oggi, è senza bandiera perché non si sente rappresentato da nessuno e che guarda al passato glorioso della sinistra con nostalgia propositiva; un punto di riferimento indispensabile per chi, prima o poi, capirà che il PD è mutato geneticamente e che, ormai, di fatto, non è Partito democratico ma Partito della Nazione.

Francesco Samuele

Sono nato a Roma nel 1967, ho vissuto in Molise fino a 18 anni, poi per ragioni di studio ho vissuto prima a Teramo, poi a Parma dove mi sono stabilito definitivamente. Laurea in giurisprudenza, con tesi in Diritto delle assicurazioni. Faccio politica da oltre 25 anni, dal movimento studentesco della Pantera, per approdare tra le file di Rifonzazione comunista, partito nel quale sono stato per anni in segreteria provinciale, occupandomi di economia, lavoro e welfare. Ho lasciato Rifondazione nel 2014 e da allora lavoro, con la comunità di passioni di Esse per un nuovo, grande Partito della sinistra. Attualmente sono membro del Comitato operativo regionale dell'Emilia Romagna di Sinistra Italiana, nonchè co-portavoce provinciale.

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