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Lettera ad un quindicenne su Fidel Castro

Cuba e i termosifoni che si accendono in ritardo a novembre.

Buongiorno ragazzo/a,
oggi è un sabato come tanti altri, starai andando a scuola, forse li sentirai che oggi è morto un anziano signore cubano. Non so chi te lo dirà; un professore, il tg delle 13.30 che tua madre ti farà sorbire all’ora di pranzo, più probabilmente qualche tuo amico più vecchio su facebook pubblicherà la notizia che tu leggerai distrattamente.
Vorrei scriverti perché quest’uomo è stato importante per me, per la mia generazione e per altre due/tre generazioni più di me ma rischierei di essere didascalico, aggiungere dati e fatti a quelli che già devi ricordare per le interrogazioni di storia, citazioni che si aggiungono a quelle di latino.

Allora cercherò di farlo in un modo diverso. Sentirai diverse cose su quest’uomo, su Cuba; vedrai per esempio i festeggiamenti degli esuli cubani a Miami, parleranno di un isola feroce, una dittatura fuori dalla storia che ha condannato alla povertà i cubani e via discorrendo.
Io so tuttavia che tu sei un ragazzo intelligente e che non credi a tutto ciò che il mondo più adulto di te ti propina e so che ti stai facendo delle domande, allora voglio aggiungere qualche domanda. Chiediti perché questa piccola isola caraibica fa così paura, hai mai sentito tanto livore da parte dei media contro la vicina Haiti? Non mi pare, allora chiedi a chi ci è stato, chiedi ai turisti che tornano da Cuba che cosa trovano di diverso in quest’isola, come è il suo popolo, sii curioso, cerca di capire con la tua testa, vai oltre le notizie ufficiali.
Se ancora senti che questo sia un argomento troppo lontano da te chiediti perché ogni anno se i termosifoni si accendevano in ritardo e le caldaie non funzionavano a scuola spuntavano le autogestioni e si vedevano bandiere di Cuba appese ai muri, le bandiere rosse del Che e nelle scuole si parlava di Fidel e della sua rivoluzione.
Proverò a spiegarti perché noi oggi trentenni appendevamo quelle bandiere.
I sogni sono belli e un ragazzo di 15 anni ne è pieno ma al contrario di quanto molti pensano non vive di puri sogni, ha bisogno di tante cose concrete, esempi di vita reale, le indicazioni per muoversi in un mondo terribile e complicato che questi sogni tende a soffocare.
Quando una caldaia non funzionava a scuola noi non protestavamo perché c’era freddo, protestavano contro una società che aveva i soldi per aggiustare i bilanci delle banche ma lasciava andare il suo futuro, gli studenti, in scuole dove non funzionava sostanzialmente un cazzo. Per noi Cuba era un esempio per quello. Una piccola isola senza soldi che aveva deciso di mettere le priorità al giusto posto, istruzione e sanità al più alto livello del continente. Una piccola isola che resisteva al grandissimo potere del paese più forte del mondo, gli Stati Uniti che con tutto il loro arsenale di guerra mai riuscirono a domare questa piccola realtà ribelle.
Per noi questo era un esempio reale che le cose potevano andare diversamente, che anche noi un giorno avremo potuto contare qualcosa anche se non eravamo potenti e forti come singoli, tutti assieme potevamo cambiare il nostro piccolo mondo, contro tutti e contro i potenti.
Credi sia nulla avere qualcosa di reale su cui sperare per un ragazzo invece che appendersi ai puri ed evanescenti sogni?
Ma ti dico di più, Cuba è una delle ragioni per cui chi ci governa ha dovuto ascoltarci un minimo. Perché chi ci governa aveva una fottuta paura che noi diventassimo come Cuba, non nel senso che avremo potuto fare una rivoluzione, ma semplicemente crescere ribelli, crescere dissidenti.
I poteri, le borse finanziarie, i mercati hanno bisogno di cittadini passivi per dividersi le enormi ricchezze create sopra la nostra passività nelle loro poche e ingorde mani. Allora pensa che forse qualche piccola concessione, qualche piccola caldaia è stata aggiustata anche “grazie” a Cuba, vedi che alla fine quella piccola isola non è tanto distante da te?
Forse voi crescerete, protesterete e diventerete ribelli non avendo il supporto di una grande figura di rivoluzionario vivente come Fidel Castro ma il suo popolo, la sua rivoluzione sono ancora la ed ora sono loro ad avere bisogno di voi e noi.
Non associatevi a tutti i proclami di giubilo dei media occidentali, non allineatevi al pensiero dominante, non siate passivi perché tutti noi abbiamo bisogno della diversità cubana e Cuba ha bisogno dell’esistenza di un pensiero critico ovunque nel mondo per rimanere quel piccolo eppure gigantesco esempio di diversità che Fidel e i suoi compagni ci hanno lasciato. Che ci crediate o no anche la caldaia della vostra scuola ha bisogno di Cuba e Cuba ha bisogno delle vostre piccole proteste perché tutti assieme possiamo ancora sperare in un mondo diverso e probabilmente migliore.

Spero di non averti annoiato.
Con affetto

Un ormai trentenne.

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