Esse - una comunità di Passioni

Michele è di nuovo a casa…

L'Umanista N°24

di: Riccardo Ceriani,

9 Febbraio 2017

Categorie: Diritti, Lavoro, Società, Stato Sociale

U: Come faceva quella canzone di Guccini? “Dio è morto”, vero?

 

A: Si, morto perché assente o indifferente alle ingiustizie, alle atrocità, alle menzogne ed ipocrisie dell’umanità, alle frivolezze malvage, agli sprechi ed anche ai sogni.
Ma poi alla fine, l’autore della canzone, lo fa risorgere-“ se Dio muore, è per tre giorni poi risorge”- indicando la speranza per tutti che torna dopo i tempi bui. Sempre, stando alla bella canzone.

 

U: Ti sembra che sia così? Che la speranza sia viva?
A: Io spero che sia così, ma sinceramente non so.
E poi, Guccini scrisse questa canzone cinquant’anni fa. Mi pare che se doveva risorgere, sarebbe già risorto e almeno alcune delle nostre speranze sarebbero già realtà.
O diceva così per dire? O indicava un futuro remotissimo che non ci riguarda?
Eppure, scriveva l’autore: “Ma penso che questa mia generazione è preparata a un mondo nuovo e una speranza appena nata, ad un futuro che ha già in mano…”.
E in quella canzone abbiamo creduto in tanti per un paio di generazioni: quindi dovremmo già essere nell’era della speranza e della fratellanza, considerato il tempo che è passato.
Ma non mi pare che sia così. Tu, che ne pensi Umanista?

 

U: Caro Amico, io penso che hai ragione tu: se mai Dio è morto, non l’ho ancora visto risorgere sotto la forma bella della speranza e della fratellanza.
Anzi, secondo me non è mai morto. Non è mai morto ciò che noi non chiamiamo direttamente “Dio”, ma che veneriamo come un dio, in tutti i luoghi del mondo, in forme più o meno intense, ma tutte unite da un passione e da una fedeltà comune.
Un dio che ci domina incontrastato e che noi preghiamo con infinita devozione.
È il dio del successo, della bellezza, della ricchezza, del “benessere” materiale, che ha di fatto scacciato dal suo Eden, i valori dell’ eguaglianza e della giustizia, la preziosità della purezza interiore. Ha respinto la comunanza materiale e immateriale.
Il dio indifferente e perciò spietato, dell’economia, che non è ancora morto, ma che mostra ormai tutta la sua debolezza, gettando nello sconforto i suoi fedeli seguaci.
Tutti noi. A uno a uno, soli.
Come quel trentenne in Friuli, Michele, che si è tolto la vita, schiacciato da anni di precariato che gli hanno negato la dignità e ogni speranza di avere un posto fra gli altri, di essere uomo fra gli uomini nella forma vuota che il dio denaro ci ha orribilmente insegnato e imposto.
Ed ora che questo falso dio è morente, porta con sé gran parte di noi.
Ma ancora una speranza non si vede all’orizzonte e la canzone di Guccini dovrebbe ormai essere cantata sulle note struggenti delle parole di quell’uomo, Michele,  il quale scegliendo la morte ha scritto :” …ora sono di nuovo a casa”, “È una realtà sbagliata la nostra – spiega Michele – una dimensione dove conta la praticità che non premia i talenti, le alternative, sbeffeggia le ambizioni e insulta i sogni”.
Ecco, è questa la nuova canzone che tutti dovremmo ascoltare e cantare.
È un dio che non muore, quello della nuova canzone, il nostro dio ingannevole.
È un dio tenace e falso che per ora vede morire solo noi e la speranza.

Società,

Intervista a Frida Nacinovich

La giornalista ci parla del suo libro "A parole loro" dedicato alle storie di chi lotta contro la precarietà

“Con parole loro”. E’ questo il bel titolo del libro di Frida Nacinovich, giornalista, ex redattrice del quotidiano Liberazione. Un... [...]

di:

Politica Estera, Società,

Non è l’Islam che spinge i giovani europei verso il terrorismo

Gli esperti francesi spiegano come si passa da giovane europeo a terrorista

Pubblichiamo la traduzione dell'ottima intervista a Olivier Roy pubblicata sul quotidiano israeliano Haaretz.     Olivier Roy,... [...]

di: Giada Pistilli,

Società,

Il filo rosso tra “vecchio” e “nuovo” femminismo

Riflessioni in vista dell'8 marzo

Correva l’anno 1917, quando a San Pietroburgo, l’8 marzo, migliaia di donne si riversarono nelle strade della capitale russa chiedendo... [...]

di: Alessia Galizia,

Ritorna all'home page