La frase ricorrente del “padrun”, quando lo si stimola a riflettere sull’argomento, è costantemente la seguente, espressa più o meno esplicitamente: “non l’ho mica sposato il dipendente. Avrò diritto di lasciarlo a casa, se voglio”, intendendo con “voglio”, si intuisce: se è polemico, se è antipatico, se produce poco, se produce male, se non ho abbastanza profitti per tenerlo perchè i profitti d’azienda sono nel frattempo diminuiti, ed altre considerazioni di questo tipo, più o meno esplicite.
“No, caro mio”-dovremmo rispondere con decisione- : “non l’hai sposato, ma lo hai assunto. Quindi, ti domando, imprenditore, se acquisti una merce in quantità eccessiva, che fai la butti? se sbagli ad acquistare macchinari o merci, che fai, li butti? Se sbagli a dislocarti, che fai abbatti l’edificio nuovo? No, in tutti questi casi, GESTISCI la situazione, poni rimedio, massimizzi il profitto e contieni le perdite. Ti dai da fare. Quindi, riprendendo dall’inizio: se sbagli un’ assunzione, che è anche -siccome riguarda un essere umano- assunzione di responsabilità, perché lo hai assunto tu, mica te lo hanno imposto, che fai, butti in mezzo ad una strada la persona? Hai tanta attenzione (leggi convenienza) a rimediare agli errori gestionali, senza danneggiare o perdere le cose, ma l’errore di selezione no? non lo gestisci, se non con il licenziamento ( leggi: sfrutti i contratti atipici che consentono di fare ciò che si vuole o il jobs act che restringe un po’, ma mica tanto)?”. “Oggi accettiamo senza replicare che il “mondo è cambiato”, con tutto ciò che ne consegue: inquinamento, stress contestuale, invasione dei media, traffico parossistico, concorrenza spietata, ecc. ecc. e non accettiamo, tu “imprenditore”, il rischio d’impresa di un’ assunzione sbagliata? No caro mio, assumere un individuo è una parte delicata del tuo “mestiere”: devi farlo bene, proprio per non “sposare”, come dici tu, la persona sbagliata. Se non sei capace tu, di persona, affidati ad agenzie specializzate nella selezione. Oggi esistono mezzi differenziati e specialistici, per fare una buona selezione. Quindi, spendi un po’ più del tuo tempo o un po’ più di soldi con le migliori agenzie di reclutamento, e riduci il rischio di pentirti di un’ assunzione. E se proprio risulta la persona sbagliata, te la tieni e la gestisci. Anche qui, per gestire il personale, esistono oggi moltissimi strumenti, che , certo, costano tempo e denaro, ma sono molto utili e consentono di migliorare di molto le situazioni problematiche. Così come ti tieni, e gestisci, le “cose” che hai fatto male, a maggior ragione, ti tieni le persone. Che hanno una dignità, una personalità, una famiglia, delle responsabilità. Che hanno pochi ma essenziali bisogni, come la casa, il cibo, la scuola. Che non hanno, come te, l’obiettivo della Porche o della villa ai Caraibi. Che vogliono solo lavorare e vivere con dignità. e fanno, spesso, un lavoro monotono, o faticoso. Non come te, che lavori, certo, ma trai dal tuo lavoro molte soddisfazioni, materiali e immateriali. Hai tanti costi, certo. Ci mancherebbe che non ne avessi. Ma bisognerebbe, per legge, aggiungerne ancora qualcuno. Stai calmo, non in moneta: si chiama responsabilità d’impresa e dovrebbe riguardare le persone della tua azienda e l’ambiente in cui operi. E non hanno, i lavoratori, e direi anche l’ambiente, nessun valore monetizzabile, come nessuna persone dovrebbe avere. Solo valore umano. Come te, a cui tieni, giustamente, tanto.”
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di: Franco Astengo,
La Sinistra, Politica Interna, Società,