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ODG per il Congresso di Articolo Uno

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2 Aprile 2022

Categorie: Articolo 1 - MDP, Politica Interna

In occasione del Secondo Congresso Nazionale di Articolo Uno pubblichiamo tre Ordini del Giorno che proponiamo di presentare e far approvare a partire dai congressi territoriali.

PER LA PACE E LA DIPLOMAZIA, CONTRO IL RIARMO, PER UNA
RISPOSTA EUROPEA ALLA CRISI E ALLA GUERRA
La guerra in Ucraina pone tutta l’Europa di fronte alla necessità di costruire una politica
estera e di sicurezza comune e di perseguire nel medio periodo un’autonomia strategica
sul piano industriale, energetico, tecnologico.
Il peso politico e diplomatico del nostro continente, di fronte alle crisi aperte in un
mondo sempre più multipolare, non può che dipendere anche dalla capacità di integrare,
modernizzare e razionalizzare i sistemi di difesa dei singoli paesi aderenti all’Ue.
La tragedia del conflitto deve spingere l’Europa ad assumere una dimensione politica più
forte e unitaria, capace di caratterizzarsi come strumento indispensabile di dialogo tra est
e ovest per definire un orizzonte di pace duraturo. E in questo quadro anche il nostro
Paese deve recuperare un ruolo più attivo e consapevole, nel solco della migliore
tradizione della nostra politica estera.
La corsa al riarmo non può essere la strada per costruire un nuovo ordine mondiale
multilaterale, in cui la garanzia reciproca di sicurezza non poggi ancora una volta soltanto
sulla deterrenza nucleare.
La diplomazia resta la carta insostituibile per dirimere le controversie internazionali.
Il cuore del progetto europeo deve restare un modello di convivenza orientato
all’estensione dei beni comuni e dei diritti universali di cittadinanza, in grado di
assicurare un orizzonte di pace e di distensione globale, a partire da un nuovo disegno di
sicurezza e cooperazione nel nostro continente.
L’Unione europea deve perseguire il rilancio e il rafforzamento del suo modello sociale, a
maggior ragione in una fase ancora delicata della crisi economica e sanitaria.
È perciò evidente che ogni progetto di integrazione ed efficientamento della capacità di
difesa comune deve legarsi a una profonda revisione delle regole di bilancio europee e, in
prospettiva, alla costruzione di una capacità fiscale comune, non certo al
ridimensionamento dei sistemi di welfare già fortemente provati dalle politiche di
austerità degli anni precedenti la pandemia.

RINNOVARE E RAFFORZARE ARTICOLO UNO
Dalla sua nascita Articolo Uno ha dovuto intraprendere un duro lavoro di organizzazione e di
radicamento territoriale, affrontato con sacrificio e dedizione all’interno di un contesto
complicato.
Non è questa la sede per approfondire le cause di una disaffezione popolare molto vasta nei
confronti dell’intero sistema dei partiti. Il II Congresso nazionale è tuttavia un’occasione
importante per provare a dare un contributo, soggettivo, nella direzione della ricostruzione
di un rapporto proficuo tra sinistra e popolo.
Riteniamo, in aderenza al dettato costituzionale, che i partiti siano ancora il luogo dove
cittadine e cittadini possano concorrere alla determinazione della politica del Paese in
quanto canale permanente della partecipazione.
Per quanto ci riguarda, pensiamo che il partito, con la sua organizzazione e le sue
ramificazioni territoriali, sia lo strumento principe per determinare la linea politica e che ad
esso, alle sue decisioni democraticamente prese, debbano ritenersi subordinate le azioni
degli eletti e degli amministratori pubblici, nei limiti previsti dalla legge.
Il II Congresso Nazionale è allora un appuntamento imperdibile per rafforzare e rilanciare la
struttura del partito stesso determinando un maggiore sforzo organizzativo.
In questo senso è necessario che gli organismi dirigenti nazionali e territoriali previsti dallo
Statuto siano convocati con una maggiore frequenza e che sia ogni anno verificata
l’iscrizione al partito dei loro componenti. In particolar modo l’Assemblea Nazionale, luogo
principe della dialettica tra centro e territori e di determinazione della linea politica
generale, necessita di essere convocata con frequenza e con forme che permettano al più
ampio numero di compagne e compagni di intervenire nonché di sottoporre all’Assemblea
stessa documenti e ordini del giorno.
Nel rispetto di quanto previsto dallo Statuto va nominata una Segreteria nazionale di natura
politica che permetta di fare sintesi e mettere in campo l’identità politica del partito in
maniera continuata ed articolata.
Di fronte ai passaggi nodali della vita politica del Paese e delle più importanti votazioni in
Parlamento dev’essere il partito nei suoi luoghi dirigenti, anche in maniera orizzontale, a
discutere e determinare la linea, di concerto con i gruppi parlamentari. Da questo punto
punto di vista è fondamentale stabilire periodicamente con il gruppo dirigente e il gruppo
parlamentare momenti di incontro e di confronto territoriale: per uno scambio reale che sia
reale e reciproco, da Roma al territorio e viceversa.
C’è bisogno allora di un continuo coordinamento politico con il territorio nonché di
consentire, tramite una distribuzione puntuale di una quota parte dei finanziamenti derivati
dal 2×1000, una situazione economica più sicura per le declinazioni territoriali del partito
così da permetterne un migliore radicamento e una più assidua attività di propaganda.
È inoltre opportuno intraprendere un’operazione di rinnovamento del partito anche nei suoi
gruppi dirigenti centrali e territoriali, fornendo nuova linfa alle strutture politiche ed
operative e valorizzando le esperienze migliori delle strutture territoriali.
Infine, pensiamo sia necessario compiere ogni sforzo perché Articolo Uno si presenti d’ora in
avanti a ogni competizione elettorale con liste che abbiano un simbolo riconoscibile e
omogeneo. Coerentemente con le decisioni politiche che il Congresso assumerà e che il
partito via via determinerà ma superando questa costante e permanente discontinuità che ci
ha portato in questi anni a cambiare simbolo a ogni appuntamento elettorale, confondendo
l’elettorato e i nostri stessi simpatizzanti.

SCUOLA, UNIVERSITÀ E RICERCA
L’obiettivo del seguente Ordine del Giorno è quello di ampliare e approfondire alcune
tematiche relative all’Istruzione in modo da favorire il dibattito congressuale. I punti proposti
all’ordine del giorno trovano una trattazione esaustiva nel documento del Dipartimento Scuola,
Università e Ricerca di Articolo Uno, consultabile al seguente link: https://articolo1mdp.it/
rassegna-stampa/scuola- universita-e-ricerca-beni-preziosi-della-nostra-democrazia/
Il documento contiene sette presupposti che riteniamo fondanti per rendere effettivamente
l’Istruzione e la Ricerca un motore dello sviluppo economico, sociale e culturale del nostro
paese.
Tale obiettivo non può prescindere dalla scelta politica di maggiori investimenti.
Fatta questa premessa, evidenziamo di seguito alcuni punti essenziali del documento suddivisi
per temi, tralasciando quelli già presenti nella mozione del Segretario, che riteniamo essere i
punti da assumere all’ordine del giorno del Congresso:

  1. Gratuità dell’Istruzione dall’asilo all’espletamento dell’obbligo scolastico e eventuale
    estensione fino all’università per tutte e per tutti.
    Finanziamenti:
  2. Legare i finanziamenti al prodotto interno lordo e, in particolare sull’università agganciare il
    FFO allo 0,75% del Pil, secondo un valore in linea con la media UE, mentre per quanto
    riguardagli Enti pubblici di Ricerca attuare un vero piano strutturale che preveda un aumento
    della quota di finanziamento ordinario (FOE) che attualmente non è in grado di garantire
    neanche più il mero funzionamento delle strutture e infrastrutture mettendo a rischio tutte le
    attività (non solo quelle di ricerca). In quest’ottica è importante evitare che eventuali scelte
    legate all’attuale situazione geopolitica possano portare a minori investimenti in questo settore e
    in altri legati ai bisogni primari come la sanità.
    Inclusione:
  3. Personale docente professionalmente competente (quindi formazione iniziale
    professionalizzante e aggiornamento in servizio obbligatorio con astensione dalle attività
    lavorative durante la formazione) e dirigenti scolastici preparati.
  4. No alla “separazione delle carriere”; sì alla corresponsabilità docente al fine di favorire una
    progettualità inclusiva che richiede corresponsabilità e collegialità. Occorrere, inoltre, valutare la
    possibilità di estendere il più possibile le cattedre miste, facendo in modo che ciascun docente
    sia, per una parte del proprio orario, anche docente di sostegno.
    Diritto allo studio e lotta alle diseguaglianze:
  5. attuare una seria politica di programmazione che consenta di offrire a tutte le zone d’Italia
    un”offerta formativa completa, tenendo conto sia degli andamenti
    demografici, ma anche delle peculiarità territoriali per difendere ampie fasce del territorio da
    fenomeni di abbandono e di impoverimento. La nostra proposta operativa è quella di
    reintrodurre il bacino territoriale di competenza e consentire le iscrizioni fuori di esso solo in
    casi oggettivamente motivati.
  6. Intervenire, dove necessario e secondo un principio di equità, con politiche di sostegno alle
    famiglie e ai ragazzi e alle ragazze che versano in condizioni di disagio socio-economico,
    garantendo un servizio di trasporto pubblico efficiente,
    sostenibile ed economicamente accessibile e l’accesso alla rete e alla cultura su tutto il territorio
    nazionale. In particolare, per la scuola bisogna emanare una legge sul diritto allo studio
    scolastico che revisioni l’attuale contributo per libri di testo
    istituito nel lontano 1998, mentre, per quanto riguarda le borse di studio universitarie, occorre
    una revisione del sistema di finanziamento: lo Stato deve cofinanziare il fabbisogno regionale al
    netto del gettito della tassa regionale per il
    DSU affinché scompaia per sempre la figura dell’idoneo non beneficiario.
  7. Rafforzare il tempo pieno, a partire dal Sud, come pilastro per la lotta alle disuguaglianze. Le
    motivazioni alla base del tempo pieno sono di ordine sociale, pedagogico-culturale e la storia
    del tempo pieno punta a sviluppare in modo complessivo la personalità delle bambine e
    bambini non limitando la sua proposta formativa alle sole esperienze disciplinari
    tradizionalmente intese. Inoltre il tempo pieno cerca di contrastare in classe i ritardi dei più
    fragili culturalmente e socialmente. Chi ha lavorato nel tempo pieno ha sperimentato che esso
    permette di ottenere il miracolo laico di una qualità pari se non maggiore a quella riscontrata in
    ambienti socialmente avvantaggiati.
  8. Promuovere nelle scuole un percorso di educazione all’affettività per ridurre le differenze di
    genere: l’obiettivo sinteticamente espresso è migliorare le relazioni tra ragazze e ragazzi ed
    educarli a rapporti emotivamente positivi. Questo discorso potrebbe diventare un argomento
    portante delle ore di cittadinanza e costituzione.
  9. Riqualificare e estendere il servizio di ristorazione anche alle secondarie di primo e secondo
    grado.
    Reclutamento:
  10. Costruire un percorso chiaro e ben organizzato per la formazione all’insegnamento nelle
    scuole secondarie, pensare ad un concorso conforme a
    quello che è il lavoro dell’insegnante, tenendo aperto il dialogo con i sindacati e infine
    contrastare il fenomeno della mercificazione della conoscenza e la conseguente discriminazione
    che ne deriva riguardante l’acquisizione dei
    titoli richiesti per l’accesso ai concorsi e agli inserimenti nelle graduatorie.
  11. Superare le criticità del DDL 2285 su cui sta lavorando la VII Commissione del Senato
    riguardo al reclutamento universitario, nello specifico, cancellare la forma
    contrattuale più precaria attualmente esistente, ovvero la !borsa di ricerca” e, nel caso
    dell’approvazione di questa riforma, stabilire una divisione dei futuri posti
    disponibili !per quote” tra soggetti già attualmente titolari di RTD-A e quelli in corso di postdoc o di dottorato per evitare che nel traghettare il comparto dal sistema attuale a quello
    previsto nel DDL, si scateni un preoccupante !tutti contro tutti”.
    Invalsi e riforme:
  12. L’Invalsi va ridefinito e rivisto radicalmente. Non deve in nessun caso essere utilizzato per
    valutare gli studenti, gli insegnanti o le stesse scuole, né avere valore orientante, men che meno
    pensare che i risultati dei test possano sostituire altre valutazioni.
  13. No alla sperimentazione dei licei quadriennali.
    14 Traendo lezione da quanto avvenuto durante il lockdown, occorre dare sostegno alla
    diffusione nella scuola di piattaforme e, in generale, software, Open Source, per ridurre la
    dipendenza da strumenti proprietari e diffondere la cultura di una conoscenza libera da brevetti
    e patrimonio dell’umanità. Questo andrebbe fatto incentivando la ricerca nel campo del
    software, sulla falsariga di quanto, in piena pandemia, fu tentato dal GARR, dal CNR, da alcuni
    atenei italiani. Nella misura in cui persiste la necessità di affidarsi a piattaforme closed source, la
    nostra preferenza va ovviamente per una piattaforma digitale pubblica.
    L’obiettivo di questo o.d.g. è, a partire dai contenuti, anche quello di caratterizzare il nostro
    essere una sinistra di governo in una prospettiva nuova nella quale il nostro ruolo sia di essere il
    soggetto politico protagonista nella costruzione di un governo di sinistra.

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