Esse - una comunità di Passioni

Sanders e noi

la nostra rivoluzione

Bernie Sanders, seppur sconfitto alle primarie ha fatto delle cose importanti, fatti politici di una rilevanza incontestabile. Non lo diciamo noi ma i dati. Se è vero che è tornato a votare il trenta per cento degli astensionisti del campo democratico, se è vero che il quarantacinque per cento di elettori sotto i trenta anni ha dichiarato di votare per la prima volta, o per la prima volta con entusiasmo, alle primarie di un partito perchè in campo c’era la proposta Sanders questi sono fatti politici dirompenti. Aggiungiamoci che un ” figlio della cultura socialista” sia riuscito a giocarsi davvero le sue carte per diventare presidente negli USA e ci rendiamo conto di che fenomeno politico stiamo parlando. Ma Sanders continua e dice che ” la nostra rivoluzione non si ferma”, lancia una sorta di corrente interna-esterna al partito democratico, Our Revolution, dove continuerà a portare avanti le sue proposte all’insegna della partecipazione diretta dei suoi militanti. Un segnale importante per chi temeva che dopo le primarie, la spinta propulsiva e propositiva di Sanders si sarebbe attenuata e non spenta. E invece il senatore propone di continuare la rivoluzione democratica e socialista che si è cominciato ad intraprendere.
E noi? Io credo che noi tanto abbiamo da imparare, non per esterofilia, ma più che altro perchè i principi di Sanders in queste primarie li ha partoriti la ” nostra Europa” in secoli di elaborazione e prassi politica. Anche noi possiamo ripartire dalla ” Nostra Rivoluzione democratica e socialista” mettendo in campo ed estendendo una proposta di radicale alternativa prima di tutto all’interno del nostro costituendo partito, nel mio e in quello di tanti che frequentano questo blog Sinistra Italiana, una proposta capace di parlare fuori da noi, coniugando alternativa di società e credibilità della proposta di governo, ma, da subito, riaggregando il nostro referente sociale, intesendo le giuste alleanze coi compagni di base, dal basso, proponendo non aspettando che i dirigenti nazionali si aggreghino. Ci vuole coraggio, ci vuole passione, ci vuole forse anche un pizzico di follia, ma io credo che se ce l’avremo e ritengo di sì, possiamo cominciare a muovere un primo passo verso ciò che sarebbe utile al nostro popolo.

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