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Tra Bandiere BLU e “Oro NERO”

Considerazioni sull'importanza della salvaguardia del nostro patrimonio ambientale in seguito all'incidente petrolifero a Genova e alla pubblicazione dell'elenco delle Bandiere Blu 2016

di: Chiara Di Marcantonio,

21 Maggio 2016

Categorie: Politica Interna, Salute, Società

Alcuni giorni fa è stata pubblicata la lista delle località balneari italiane insignite del prestigioso vessillo “Bandiera Blu 2016”, riconoscimento conferito dalla FEE {Foundation for Environmental Education}.

L’iniziativa è stata istituita durante l’anno europeo per l’ambiente del 1987 e sono migliaia le spiagge premiate annualmente in 49 Paesi del mondo a cui il programma è stato esteso. La Bandiera Blu delle spiagge certifica la qualità delle acque di balneazione e dei lidi, mentre quella degli approdi turistici assicura la pulizia delle acque adiacenti ai porti e l’assenza di scarichi fognari.

Scorro l’elenco.

La Liguria anche quest’anno è la Regina delle coste italiane con ben 25 Bandiere Blu. L’importantissimo primato è stato ottenuto nonostante il gravissimo incidente avvenuto a Genova lo scorso 17 Aprile. Alle 19:33, tra l’altro proprio durante il Referendum contro le trivelle in corso, un tubo dell’oleodotto della raffineria Iplom si è rotto, provocando lo sversamento di centinaia di tonnellate di petrolio nel torrente Polcevera.

Ben sappiamo qual è stato l’esito del Referendum. Penso a quest’ultimo, all’astensionismo e al disinteresse della stragrande maggioranza dei cittadini e non posso non provare rabbia. Soprattutto perché incidenti simili potrebbero accadere ovunque. L’Italia è definita da sempre il “Belpaese” anche e soprattutto per il suo patrimonio naturale e ambientale, nonché per quello culturale e culinario. E tocca {o meglio, toccherebbe} a tutt* noi proteggerlo.

E’ stato davvero amaro il commento fatto da Santo Grammatico di Legambiente con cui non si può non concordare: “Questo incidente petrolifero è avvenuto a urne aperte {“Oltre al danno, la beffa”, n.d.a.}. Continuare a puntare sule energie fossili è un rischio enorme e i nostro sforzi per far capire ciò non sono stati sufficienti rispetto agli interessi in campo.”

Una cosa è certa. Il 17 Aprile è stata persa un’occasione. 15 milioni di persone sono andate a votare quel giorno, circa il 30% degli aventi diritto. Io sono tra quelle e ne vado fiera.

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