Grazie alle trivelle, il Pd è diventato davvero il mare magnum
della Politica Italiana. Anche se, in verità, il caos è profondo
in ogni settore dell’arco partitico, a destra, a centro, a sinistra.
E da tempo. E forse bisogna anche correggere un diffuso sentire.
Questo: si crede, d’ogni parte, che le differenze tra destra
e sinistra siano scomparse. Non è vero. E’ un inganno.
Non sono scomparse le differenze oggettive tra destra e sinistra,
in quanto “luoghi” di deposito di idee e valori e programmi,
ma sono scomparse solo le differenze soggettive tra leader
e gruppi dirigenti di destra e sinistra, a causa sia di una generale pochezza
culturale insopportabile, sia di un’appiattita, indifferenziata, omologante
ambizione di Potere. Il fine è vincere. Anzi comandare.
Agguantare il Potere. Con chi ci sta. A prescindere.
Con il fine di continuare a detenere il Potere.
E questa esaltazione del Potere, fatto triste in sé, ha offuscato,
imperante un diffuso costume politico ad alta maschilizzazione,
la “cultura della differenza”, rendendo più afona
la voce di tante donne presenti nella dirigenza politica in ogni settore.
L’autonomia loquace della differenza si è piegata
all’esigenza muta dell’obbedienza.
Ieri Monti ha ben elogiato la Merkel, perché governa da grande statista,
rispettando, al di là di ogni giudizio nel merito,
una sua idea di Governo, senza timore dei sondaggi
e di perdere voti. “Non segue il vento, ma governa”.
Con un’idea di Germania, di Europa, di Mondo.
E di bene comune.
Monti, Merkel. Gente pensosa, seria, oltre i sessanta e i settant’anni.
Al pari di Hilary Clinton, Sanders, Trump.
Ma qual è la differenza tra Trump, Hilary e Sanders? L’età?
Il processo di civilizzazione della società non giunge a segno
attraverso la lotta tra vecchio e nuovo, tra giovani e vecchi,
tra velocità e lentezza, tra arditi e schivi,
ma attraverso la lotta tra competenti e incompetenti, tra seri e faceti,
tra riflessione e comunicazione, tra costruzione di lunga durata
e successo a breve, tra violenza e mitezza.
Tra i Trump e le Merkel.
Ma quanto ancora bisogna aspettare perché le persone “serie”
(la serietà tanto cara al liberale Gobetti), stanche della volgare
approssimazione politica dell’oggi, e della sua sfacciata disonestà,
diano inizio a una rivoluzione culturale, etica (semplicemente
in nome dell’onestà) e, attraverso l’esempio, pedagogica,
nel segno della ricostruzione del pieno rispetto, per una democrazia civile
e paritaria, della legalità, della trasparenza assoluta e del bene comune
in termini di dignità del vivere?
E dove si rinchiudono, schifati della politica, gli intellettuali?
E’ ora di uscire all’aria aperta, a parlare e ragionare con ogni persona,
a interrogarsi davanti ai molte/i, a smontare i falsi miti,
a convincere per difendere il bene comune.
Oggi questo bene comune passa sia per la difesa dell’ambiente,
bene essenziale e indisponibile, impedendo, ad esempio, alle trivelle di ferire
la nostra più invidiata risorsa, la natura dei luoghi,
sia per la difesa della democrazia reale nel rispetto del verdetto
di milioni di italiane/i al referendum del 2011 per l’acqua pubblica,
anche nella sua gestione,
sia per la difesa della nostra Costituzione, specie se la sua riforma
non è tanto il risultato meditato di un interscambio
tra ogni tipo di cultura politica presente nel paese reale,
proprio nel rispetto dell’originario spirito della Costituzione stessa,
quanto un atto di prepotenza/violenza della maggioranza di governo,
testarda nel rifiutare la mitezza del dialogo.
E così oggi il Pd, il più grande partito presente in Parlamento,
e così oggi il Premier, il “più coraggioso degli ultimi quindici anni”
(e a parlare è Marchionne, un uomo di successo),
e così oggi il Segretario più decisionista di tutti i tempi del Pd,
tutti insieme, Pd, Premier e Segretario, chiedono alle persone del Pd,
in occasione del prossimo referendum sulle trivelle, di “astenersi”,
dettando una versione nuova, moderna e veloce dell’andare al mare.
Nel ricordo di Craxi.
E così il Pd, grazie alle trivelle, diventa un mare magnum,
confuso, caotico, illogico, inutile, pauroso e pilatesco.
Ma con una gran furbizia in petto.
O no?