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L’intervento di Michele Prospero

Cosmopolitica: idee per il nuovo Partito

Oggi non nasce un generico processo costituente, non c’è l’autorizzazione a fare una cosa nuova. Oggi nasce una cosa nuova; perché questi giorni hanno costruito un evento concreto, che è l’atto genetico di una formazione politica.
Perché si sceglie il nome abbandonato e maltrattato in questo ventennio? Perché proprio il Partito è la grande rimozione dell’Italia di questa seconda fase della storia repubblicana e proprio l’uccisione del Partito è l’origine di tutti i collassi storici della democrazia italiana.
Non c’è nulla di più nuovo e di più in evidente discontinuità con il presente, che la riprogettazione di un Partito politico della sinistra. E questo partito politico della sinistra è necessario perché attraversiamo una fase storica di usura definitiva del modello neoliberista e perchè da questo modello neoliberista si può uscire, come si cerca di fare, con la riproposizione delle stesse ricette e, in Italia, il simbolo di questa riproposizione delle antiche ricette è la scelta del governo Renzi di regalare all’impresa il diritto di licenziare con le tutele crescenti e, di più, dare anche in cambio di questo diritto di licenziare, ottomila euro l’anno per ogni lavoratore destinato alla disoccupazione.

Quindi nasce in questa fase storica che entra in crisi per una ragione: la rimozione del conflitto di classe.
Da quando è stato abbandonato il conflitto di classe, non sta più bene neanche il capitalismo; perché il capitalismo senza un nemico interno che lo costringe a civilizzare le sue tendenze autodistruttive approda ad esiti catastrofici, con i quali inghiotte la democrazia; quindi siamo in una fase importante di cesura storica.

Perché un nuovo partito?

Perché quelli che esistono sono un ostacolo, non sono la soluzione, ma sono il problema.
Quelli che esistono sono il passaggio dal partito della grande azienda di Berlusconi ai non partito della piccola azienda di Casaleggio e al comitato d’affari della piccola borghesia toscana, in odore di massoneria, che ha scalato il Partito democratico.

Quale prospettiva allora ha questo Partito?
Mi dispiace per Gianni Cuperlo, con cui condivido molte cose, ma la prospettiva immediata e di lungo periodo di questo nuovo soggetto politico non può che essere la “guerra di movimento” contro il Partito democratico. Caro Gianni, il partito democratico è diventato il fattore di accelerazione della crisi democratica e costituzionale, oltre che il regista di un’aggressione al sindacato e al mondo del lavoro che esige una risposta, appunto, all’insegna della guerra di movimento, tesa alla distruzione di questa alternativa politica che ossifica gli spazi della democrazia.

E’ realistico un progetto di abbattimento/sostituzione del Partito democratico?
Io credo di si, perché si è aperta una fase costituente, perché il referendum costituzionale, che Renzi ha voluto come plebiscito, è anche un’opportunità per spostare culture, mettere in movimento risposte efficaci.
Quale risposta efficace si può dare, nella battaglia referendaria? Saldando le questioni tecnico-costituzionali con le questioni del lavoro. Perché il governo che abbatte le regole del costituzionalismo democratico abbatte anche le garanzie del lavoro, e l’attacco al lavoro è la condizione per l’impoverimento della democrazia. Da questo punto di vista, sarebbe auspicabile una maggiore presenza del Sindacato in questa battaglia per la Costituzione; perché, se si perde la battaglia referendaria, non è che il Sindacato ne esce meno isolato e meno umiliato.

Michele Prospero

https://it.wikipedia.org/wiki/Michele_Prospero

Michele Prospero si è laureato in Filosofia all'Università La Sapienza di Roma, discutendo una tesi sul giurista Hans Kelsen. Dal 2001 è professore associato di Filosofia del Diritto presso la facoltà di Scienza Politica, Sociologia e Scienze della Comunicazione della Sapienza. Autore di numerosi saggi, collabora con diverse riviste scientifiche e quotidiani. I suoi interessi sono principalmente rivolti al sistema istituzionale italiano e al pensiero politico della sinistra.

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