Le identità di un popolo, di una nazione, sono costruzioni narrative che, a partire dalle risorse linguistiche che gli individui condividono nel mondo sociale, seguono determinati copioni la cui stesura non dipende solo da noi stessi, ma anche dalle persone con cui interagiamo e dalle rappresentazioni culturali della nostra società. Se applichiamo questo concetto all’architettura, dando una lettura sociale agli edifici intendendoli come testi, scopriremo come anch’essa gioca un ruolo non indifferente nella produzione e riproduzione delle narrazioni e delle nostre identità.
Un edificio non è neutro, ma assume significati precisi in base alle sue caratteristiche.
La nuova torre sede della BCE rappresenta plasticamente la concezione del potere delle élite economico-finanziarie, che lì si troveranno a brindare alla sua inaugurazione. Rappresenta la loro idea di Europa. Un miliardo e tre milioni di Euro sono stati spesi per una fortezza alta 183 metri, divisa da un fossato e da una recinzione dalla città, dal resto dei popoli d’Europa. Un’idea di esclusione, dove contano solamente gli affari siglati con stilografiche di oro e d’avorio dentro quelle mura, sotto il benestare della Troika. Impenetrabili per chi chiede più diritti e uguaglianza. Un recinto simbolo delle tante barriere fatte di controlli assassini alle frontiere e dal ricorso sempre maggiore alla forza militare in politica estera. Un’idea della democrazia appannaggio di pochi, dei soliti interessi che, nella Storia, davanti alle spinte di popoli interi che si affacciavano alle loro finestre chiedendo più democrazia e giustizia non esitarono a rispondere con gli orrori dei vari fascismi.
Noi il 18 marzo saremo fuori da quel recinto, assieme alla coalizione di soggetti europei chiamata Blockupy, ad associazioni, partiti, sindacati, movimenti. A tutti quelli che vogliono cambiare questo paradigma. Assieme a una generazione che vede ridursi continuamente i propri diritti in nome di tutele crescenti; che non si arrende alla distruzione della scuola così come della sanità pubblica; che oggi chiede più democrazia, non vincolata a pareggi di bilancio; che pone al centro del dibattito la rinegoziazione del debito e la fine dell’austerity; che lotta per il diritto al reddito di esistenza.
Invaderemo democraticamente le strade di Francoforte assieme a tutti i popoli d’Europa, a partire dai Greci che con il voto per Syriza lo scorso febbraio hanno rivendicato il proprio diritto all’autodeterminazione contro chi li voleva schiavi di una politica d’austerità creata ad uso e consumo della Troika, sfidandola apertamente.
Circonderemo con la nostra idea di democrazia basata sulla partecipazione il nuovissimo fortino della BCE, perché dalla Grecia, dalla Spagna, dall’Italia, da tutta Europa rivendichiamo il nostro diritto alla
RESISTANCE IN THE HEART OF THE EUROPEAN CRISIS REGIME! LET’S TAKE OVER THE PARTY!
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