I mesi, le settimane, i giorni che stiamo vivendo rappresentano momenti senza precedenti, giornate delicate che riguardano ognuno di noi.
Studenti, lavoratori e famiglie, tutti colpiti da questa tempesta che ci soffoca ormai da parecchi mesi.
Giornate caratterizzate dall’ansia di entrare a far parte di quei dati che aspettiamo ormai puntualmente tra le 17:00 e le 18:00, piene di preoccupazione per chi allo stesso tempo vive anche la crisi economica, momenti di rassegnazione, per chi pensa che a causa dell’età non riuscirà più a vivere nella normalità.
Giornate in cui si combatte anche contro la distanza: figli lontani dalle proprie famiglie, giovani coppie che fanno della speranza la loro maggiore forza, consapevoli del fatto che nonostante tutto arriverà una nuova estate.
Giornate in cui, nonostante tutto, nonostante le notizie che ci giungono, ci sono persone che riescono a negare tutto ciò, che riducono tutto a propaganda politica, con prepotenza, arroganza, violenza.
Abbiamo già attraversato mesi complicati, mesi in cui abbiamo imparato a convivere con la mascherina, ad igienizzare spesso le mani, a tenere una distanza fisica che si è spesso trasformata in distanza sociale, ma non abbiamo ancora imparato ad esercitare il più grande sentimento di fraternità che è la solidarietà.
Non abbiamo ancora imparato a voltarci e a tendere la mano a chi è rimasto indietro o è addirittura caduto.
Questa fase storica avrebbe dovuto cambiarci, farci riscoprire un nuovo senso di comunità, in cui tutti insieme, uniti, affrontiamo le difficoltà e le paure che stiamo vivendo, poiché è questa l’unica via percorribile.
È arrivato il momento di vivere nella società secondo quell’antico pensiero mai cosi attuale: “Da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni”.
Il Governo, i DPCM, i provvedimenti a cui dobbiamo rigorosamente attenerci, salveranno il nostro servizio sanitario nazionale, tuteleranno il più possibile chi subirà delle perdite economiche a causa dell’emergenza, ma sarà compito della Politica e di tutti i cittadini, invece, tenere alta la bandiera della solidarietà, del sostegno tra gli uomini, della collettività che si contrappone all’individualismo, con gesti concreti, piccoli ma quotidiani, perché “ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non uno per uno” , avrebbe detto nuovamente con forza Enrico Berlinguer, e pensare che “QUESTA MALEDETTA NOTTE DEVE PUR FINIRE”, per usare le splendide parole del Professor Roberto Vecchioni.
Nicolò Tammuzza
di: Carlo Crosato,
di: Alessia Galizia,