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Sinistra e innovazione: la sfida delle human city

Sinistra e Innovazione è ora di cambiare marcia.

di: jacopo.zannini,

1 Febbraio 2016

Categorie: Idee a sinistra, La Sinistra, Società

Nel nostro paese persone molto più competenti e sagge di me hanno scritto chilometri di saggi e articoli per cercare di uscire dal “ginepraio” in cui la sinistra italiana si trova da decenni. E’ chiaro che dopo vent’ anni di berlusconismo e con l’orizzonte attuale del renzismo non ci sono più foglie di fico dietro cui nascondersi e bisogna ammettere le responsabilità che in tanti ci portiamo dietro: la nostra incapacità di cogliere un prospettiva e un discorso pubblici coerenti e “socializzabili” con il resto della società . Anni fa avevamo preso la strada giusta ma fra repressione e pesanti errori ci siano fermati alla negazione della globalizzazione dopo la parte “destruens” non abbiamo pensato a quella “costruens”, allo zapatismo globale non abbiamo affiancato un’ analisi locale all’altezza, un linguaggio e degli strumenti “artigianalmente” prodotti che mettessero in risalto il valore della cooperazione e della ricerca come volani per rilanciare partecipazione e solidarietà. Oggi la ricerca e l’innovazione sono troppo spesso egemonizzate dal capitalismo finanziario, non lavorano per costruire città accoglienti per tutt* e servizi adatti alle persone che la vivono, ma sono al soldo di chi vuole produrre profitti seguendo  la circolarità devastante: ricerca-innovazione-competizione-speculazione. Lo sguardo alla persona e quel “fattore umano” che è stato il fulcro  della nostra precedente assise è spesso assente. Effetto di queste dinamiche è che in Italia (e da tante altre parti) la cultura della sinistra non si è rinnovata, l’esperienza della Puglia  di Vendola è stata un’ eccezione temporanea che non ha saputo estendersi. Oggi come oggi a mio avviso non si devono spendere le proprie energie ricercando una fantomatica “unità” per rimettere assieme pezzi di storia della sinistra, una storia che non va sicuramente cancellata ma che non serve come strumento trasformativo in questa contemporaneità. Occorre piuttosto sforzarsi di produrre culture di governo in cui la sinistra tenti di riprendersi l’egemonia per scollarsi di dosso il peso dell’armatura del “contro potere puro” che vive reagendo alle barbarie del capitalismo e non riesce a  dettare l’ agenda e a redistribuire il potere, innovando. Vanno messe in moto esperienze dal basso di un municipalismo che ridisegni comunità aperte e  solidali.  Il ruolo dei cittadini attivi deve diventare  fondamentale condividendo competenze, tecnologie, desideri e  conflitti per produrre dinamiche di innovazione sociale. E’ necessario uscire almeno in parte dal controllo di un pubblico, corrotto e svuotato, e dalla pesante influenza di un privato, segmentato dentro alle speculazioni della “finanziarizzazione dell’ esistente”.

Ci tocca oggi il grave compito di provare a costruire un nuovo modello di città  dalla “smart city” competitiva alla “human city” creativa, accogliente e solidale.

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