La proposta di ieri di Pietro Grasso e di Liberi e Uguali di abolizione delle tasse universitarie va nella giusta direzione.
Dopo anni di tagli profondi al sistema di istruzione e di trasformazione delle Università in qualcosa di elitario e accessibile solamente a pochi, troppo spesso legato al censo, è necessaria un’inversione di rotta. L’istruzione e l’università devono tornare ad avere la funzione di ascensore sociale, bisogna finalmente dare attuazione agli articoli 3 e 34 della Costituzione. L’abolizione della tassazione universitaria non è sicuramente la panacea di tutti i mali, ma rappresenta certamente un primo passo.
Bisognerà infatti poi tornare ad investire in un reale sistema di welfare e diritto allo studio, eliminare gli idonei non benificiari, aumentare i servizi offerti (trasporti, alloggio, mense, servizi sanitari,..) per far si che finalmente tutti a prescindere dalle condizioni economiche di partenza possano iscriversi all’università .
Fare una proposta di sinistra significa tassare i grandi patrimoni, le grandi rendite finanziarie, rimettere l’IMU sulle prime case dei grandi proprietari, ridisegnare scaglioni IRPEF realmente progressivi, eliminare gli inutili finanziamenti a pioggia e i bonus degli ultimi anni, e dall’altro eliminare la tassazione universitaria, investire nel diritto allo studio e eliminare ogni barriera all’accesso, a cominciare dal numero chiuso.
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di: Simone Oggionni,