Esse - una comunità di Passioni

Un tema delicatissimo, un’opinione personale: Paolo Ercolani

EsseBlog intervista Paolo Ercolani per comprendere meglio le sue posizioni.

di: Associazione Esse,

7 Marzo 2016

Categorie: Diritti, Società

1) L’ articolo che hai pubblicato sul tuo blog del Manifesto ha suscitato grande scalpore. Cerchiamo di approfondire alcuni passaggi del tuo testo che certamente richiedono un supplemento di sensibilità. Nell’articolo sembri sostenere che la pratica della gestazione per altri sia una opzione costitutivamente legata al sistema «tecno-finanziario» imperante. Si tratta di un giudizio molto ultimativo. Non credi che un intervento normativo intelligente potrebbe liberare quella scelta dalle costrizioni materiali che in taluni casi la influenzano, rendendola possibile come gesto solidale e gratuito?

Una delle estremizzazioni della logica capitalistica consiste in questo assunto, nelle varie fasi della storia reso più o meno esplicito: ciò che non posso ottenere, con il consenso (la facoltà di governare), con la natura (l’amore di un’altra persona), con le mie capacità (un impiego, un ruolo sociale), con la legge (la “giustificabilità” sociale di un’azione) allora me lo compro. Lo ottengo facendo intervenire il feticcio del denaro. Una Sinistra degna di questo nome, e soprattutto consona rispetto ai tempi mutati e alle rinnovate logiche che essi propongono, non può fornire l’impressione di arrendersi, fino addirittura ad applicarla essa per prima, a questa logica.
Proprio nell’epoca in cui vengono distrutti i più elementari fondamenti della giustizia sociale, in cui assistiamo a un ritorno prepotente del trionfo dei dogmi liberisti, fornire anche solo questa impressione significa condannarsi alla frattura più totale rispetto ai bisogni dei cittadini e delle cittadine. Significa condannarsi a recitare un ruolo marginale, elitario, ininfluente e macchiettistico. Che poi è quello che la Sinistra sta recitando da almeno un trentennio. Io sono favorevole al pieno riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali, compreso quello di adottare bambini, ma se questa battaglia non avviene all’interno di un contesto più ampio e ragionato, in cui è chiara la difesa dell’umanesimo sociale (centralità dell’uomo in un contesto di giustizia sociale), non emergerà il valore aggiunto (e quindi l’utilità) della Sinistra.
Gesti solidali e gratuiti, senza peraltro scadere in un ottimismo antopologico del tutto fuoriluogo, sono più credibili e realistici in un contesto in cui non vi sia questa disuguaglianza sociale e questa sofferenza estrema per cui si caratterizza la nostra epoca. Soltanto elaborando un serio e realistico progetto di superamento di questa condizione potremo creare un contesto sociale in cui normare con intelligenza i gesti solidali e gratuiti. Che peraltro non incontrano il mio sfavore pregiudiziale, anzi.
Consapevoli, però, che la favoletta dell’uomo buono e del trionfo dei nobili sentimenti non si adatta neppure a Paperopoli, figuriamoci al mondo umano.

 

 

2) La diffusione della notizia relativa alla paternità di Vendola ha sollevato polemiche e un’attenzione ossessiva sull’accesso a forme di genitorialità acquisite attraverso tecniche di fecondazione e gestazionali impedite nel nostro paese. Tu stesso hai ritenuto di commentare un gesto privato, segnalandone la rilevanza pubblica. Definendo quell’atto umanamente distruttivo e figlio di supremo egoismo non ti pare di aver esasperato i toni, irrompendo con prepotenza nella sfera affettiva delle persone coinvolte?

Massimo rispetto per Nichi Vendola e per il suo compagno. E anche ragionevole convinzione, da parte mia, che saranno due ottimi genitori. Non per forza migliori o peggiori degli altri. In più, vi sono una donna e un bambino che rischiano di essere strumentalizzati dalla violenza della polemica politica, condotta da personaggi che passerebbero sopra alla madre pur di guadagnare il quarto d’ora di ribalta. Detto questo, mi si lasci esprimere notevoli perplessità rispetto al ricorrere al pagamento di una cifra cospicua per ottenere questa genitorialità.
Non possiamo nè dobbiamo dare l’impressione, come Sinistra, di difendere pratiche che fanno pesare la differenza economica fra chi può permettersi e chi no di diventare genitore in questo modo. Nè possiamo far credere che non consideriamo le inevitabili implicazioni riguardo allo sfruttamento del corpo delle donne (soprattutto di quelle più colpite dalla crisi economica).
Non è questa l’epoca per illudersi che le scelte personali delle persone note (che peraltro beneficiano anche, e legittimamente, di quella notorietà) possano non assumere un rilievo pubblico. La vergognosa vicenda di Berlusconi, con tutte le dovute e notevoli differenze del caso, dovrebbe averci insegnato qualcosa che non può non valere anche per noi.
Si tratta di decidere cosa vogliamo fare da grandi: se vogliamo una Sinistra che continua inesorabilmente a barcamenarsi fra partitini del 4%, allora andiamo pure avanti così. Se invece vogliamo dare vita a un nuovo grande partito, a un progetto unitario e credibile di emancipazione umana, bisogna che ci avviciniamo ai pensieri e ai bisogni del popolo.

 

 

3) Molto è ciò che la natura non consentirebbe e infiniti sono gli strumenti che quotidianamente utilizziamo per modificare lo sviluppo fisiologico della realtà, con finalità universalmente accettate. È evidente che sui temi che hai voluto trattare pesa una componente simbolica dirompente che impervertisce la riflessione. Non credi, pertanto, che andrebbe ancor più contenuto il rischio di esaltare una presunta naturalità demonizzando in quanto tale la tecnica?

Ma scusa, il partito di SEL si chiama così anche perchè fra i suoi valori fondanti vi è l’ecologia. Ebbene, la difesa dell’ecosistema naturale dagli eccessi di una tecnologia guidata dal profitto economico non significa forse voler andare contro quelle presunte “finalità universalmente accettate” di cui tu parli?! Anche qui, ci conviene, ci fa apparire coerenti il difendere la natura dalle incursioni di tecnologie mosse dalla sacra legge del mercato, e dimenticarci di tutto questo quando si toccano argomenti più vicini alla tradizione di una certa Sinistra?!
Insomma, o cominciamo a chiederci seriamente come mai proveniamo da trent’anni e passa di inesorabili sconfitte politiche, e quindi cerchiamo gli strumenti e il coraggio per cambiare la rotta, oppure possiamo anche prendere atto della fine dell’idea stessa di Sinistra.

 

 

4) Adottare un approccio giudicante che sconfina, come accaduto, nel sospetto esteso all’autenticità dei sentimenti altrui, disvela tutta la violenza e il pregiudizio suscitati dal dibattito. Se il sistema delle adozioni fosse semplificato, ampliando il novero della genitorialità, il ricorso alla gpa subirebbe un significativo ridimensionamento. L’acquisizione individuale di un diritto (si pensi anche alla fecondazione eterologa) talvolta si presenta come percorso obbligato e certamente classista, in paesi culturalmente arretrati sui diritti civili come il nostro. Davvero ritieni che siano debolezze censurabili e incompatibili con rivendicazioni collettive?

Non possiamo ostinarci nella difesa acritica di nostre posizioni storiche senza metterci in discussione, altrimenti facciamo la figura di quelli che a ogni sconfitta che subiscono radicalizzano ancora di più la propria azione in attesa di sconfitte ancora più grandi e cocenti. Certo, bisogna battersi per la semplificazione e per l’estensione del sistema delle adozioni. È una battaglia di civiltà che deve vederci uniti e forti, anche per evitare l’emergere di “soluzioni” discutibili che sono rese inevitabili da una legislazione antica, inadeguata e repressiva. Ma lo ripeto, questo deve avvenire all’interno di un contesto più ampio, in cui la Sinistra renda chiaro, credibile e concreto il suo programma per correggere le storture del neoliberismo e le battaglie da mettere in atto per la difesa dei diritti sociali mai come oggi così colpiti e rinnegati.
Se diamo l’impressione di volere un mondo pieno di genitori la maggior parte dei quali non sanno come sfamare i propri figli, non riconquisteremo mai il consenso del popolo della Sinistra.

 

 

5) Sembra che la furia commentatrice ignori insistentemente il sentire delle donne coinvolte, vorremmo dire di ogni donna coinvolta. Quasi fosse lecito generalizzare la percezione dell’esperienza gestazionale, legandola indissolubilmente alla maternità. Di qui le accuse di sfruttamento e violenza di cui si ritiene siano necessariamente vittima le gestanti. Questa assunzione non costituisce forse un vizio prospettico che occulta una preoccupante subalternità alla morale dominante? Non si rischia di considerare di per sé deviante o coatto ogni rapporto e uso femminile con il proprio corpo, non riconducibile alla normalità, intesa come prevalente comportamentale?

Ogni donna coinvolta?! E chi è veramente in grado di conoscere il sentire di ogni donna coinvolta?! Non mi risulta, a meno che io non mi sia distratto molto, che le battaglie di un certo femminismo radicale, fondate sull’assunto “il corpo è mio e ne faccio quello che voglio”, abbiano raccolto il favore della maggioranza delle donne. Non mi pare che la maggioranza delle donne abbia approvato e difeso il comportamento delle “olgettine”, che pure facevano del proprio corpo l’uso che volevano. Non mi risulta, anche a fronte di autorevoli prese di posizione (per esempio Luisa Muraro), che la maggior parte delle donne ritenga una grande conquista del 2016 quella di poter vendere l’utero (oltre che la vagina) alla logica del mercato, che ti assegna un valore solo nella misura in cui hai qualche merce valida e funzionante da vendere. Sono tematiche complesse e controverse, me ne rendo conto, che richiedono una riflessione e un’unione delle forze intellettuali che ad oggi non sta avvenendo. Quello che dico, e che ribadisco, è che non dobbiamo rassegnarci passivamente a fare nostre, e a ritenere emancipatrici, delle pratiche che sono quelle pensate, regolate e perimetrate dalla sola logica del mercato.
Anche qui, o la Sinistra ci mette del suo, propone un progetto alternativo, oppure tanto vale chiudere baracca e burattini e lasciare la scena politica a Renzi. Che almeno farà delle cose che consideriamo deleterie, ma al popolo fornisce l’immagine di fare qualcosa in nome di un progetto. Quello che a noi oggi manca del tutto.

Associazione Esse

http://www.esseblog.it

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