L’esponenziale crescita delle forze xenofobe e fasciste, in Italia come in Europa, la disaffezione alla politica e alla cosa pubblica, dimostrano chiaramente un pericolo di insostenibilità democratica e sociale. Il risultato entusiasmante del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre, va enfatizzato certo, ma è anche una chiara visione dell’attuale elettorato italiano. Un No punto e basta e alla politica tutta. Un risultato, entusiasmante che, se da un lato difende la costituzione, dall’ altro, invece, grida alla politica. Un grido popolare che va ascoltato e ci impone una riflessione profonda. Non serve ricercare con le lanterne l’origine di tale disaffezione, esso è un processo di lungo corso, che ha preso piede con l’inizio della crisi economia e finanziaria, delle ideologie e dei partiti. Non meno la crisi della sinistra e l’abbandono di un’entusiasmante comunità democratica, oggi dispersa tra l’elettorato 5 stelle e l’astensionismo in crescita elezione per elezione. Una liquefazione sociale, dunque, che non conosce fine, almeno per il momento. A tal proposito, un partito della sinistra ha senso solo se ambizioso, solo se ricostruisce un processo politico fatto di proposte e che sappia parlare a più strati di classi sociali. Una sinistra che sappia dare risposte concrete al mondo del lavoro in tutta la sua interezza e complessità, che sappia sanare la frattura tra ambientalismo e sviluppo economico. E infine, declinare il futuro del paese impedendo le disuguaglianze. Un unico fronte progressista e antiliberista che si batta per l’applicazione in pieno della costituzione italiana. Un necessario salto di qualità per la sinistra che poggi le sue basi sul binomio: eguaglianza e democrazia. Anzitutto, attraverso un percorso responsabile e di governo che sappia al tempo stesso coniugare la lotta alla proposta. Negli anni a sinistra, le sigle dei tanti e insufficienti partiti politici nazionali, si sono sommate con l’insufficienza dei partiti socialisti europei, che a mio avviso, hanno smarrito le proprie ragioni d’essere. Tocca a noi dunque, in una fase così delicata come questa, alzare la china, essere i protagonisti di uno spazio aperto e plurale di esperienze, soggetti e pratiche culturali. Tocca a noi favorire la crescita dei comitati territoriali, uniche resistenze civiche durante la crisi, affinché si moltiplicassero, territorio per territorio. Tocca noi favorire il proliferarsi di una dialettica pacifica e di un confronto pacato sui vari temi. Tocca a noi infine, contribuire alla nascita di un processo politico che abbia ben proiettato all’orizzonte una chiara idea di società. Tracciare la strada impraticabile della rappresentanza non è la soluzione, la spinta innovativa di un campo più largo, che sappia dotarsi di intelligenze, ambizioni, passioni, è invece, la fattibile soluzione per ricostruire nuovamente una casa comune fondata su ideali condivisi. Pertanto reputo speranzose le attività politico-organizzative a sinistra dell’attuale Partito Democratico e particolarmente incoraggianti i segnali nel perimetro dei partiti della sinistra in Europa, tra cui Syriza, Podemos, die Linke e non da ultimo il Labour di Corbyn. Si tratta certamente di consolidare le esperienze per un unico progetto, perché no “Democratico e Progressista”, a patto che, si parta dai territori!
Sono nato nel 1985 a Nola, una cittadina della provincia napoletana, territorio vittima della camorra e dallo scellerato inquinamento ambientale definito "terra dei fuochi". Per questo ho scelto di lottare per una realtà diversa, a partire dalla realtà stessa. Scelsi di militare nel partito della rifondazione comunista e per circa dieci anni, ho intrapreso battaglie molto dure in un territorio molto complicato, in difesa del lavoro, a sostegno della legalità, a tutela dell' ambiente e dei beni comuni. Attualmente, insieme a tanti compagni, abbiamo dato vita ad un associazione politica culturale chiamata FRASTUONO, per la crescita del paese verso uno sviluppo armonico, sociale, culturale e morale. Seguo, con interesse i lavori costituenti per un partito della sinistra alternativa, conscio del fatto che essere comunisti e di sinistra è sempre stato difficile, oggi più che mai.
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di: Emilio Russo,