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Unioni Civili approvate dal Senato. Vittoria parziale?

Cronaca e considerazioni sul percorso finale delle Unioni Civili in Senato, approvate il 25 Febbraio 2016

di: Chiara Di Marcantonio,

28 Febbraio 2016

Categorie: Politica Interna

E così è andata. Dopo infinite polemiche, lettura dei passi più retrivi dell’Antico Testamento durante il dibattito parlamentare (Scilipoti ha usato il Levitico, una delle parti più controverse della Bibbia, per criticare e condannare il DDL Cirinnà), promesse varie (appoggio totale garantito da Sinistra Italiana, dal gruppo Ala dei cosiddetti “verdiniani” e dal Movimento Cinque Stelle), tradimenti (del Movimento Cinque Stelle), anatemi lanciati via radio (per la cronaca da “Padre” -chiamare quest’individuo così è un’offesa al concetto stesso della paternità- Livio Fanzaga, direttore dell’emittente Radio Maria, alla Cirinnà, peraltro non certo nuovo ad uscire del genere), considerazioni semiserie, “canguri, polli e conigli” (unica, UNICA frecciata sensata scagliata da uno dei Senatori della Destra, Paolo Romani), difficoltà mostrata da molti nella pronuncia del termine ‘Stepchild Adoption’ (nonché nell’uso dei congiuntivi) e chi più ne ha più ne metta… Finalmente il 25 Febbraio 2016 sono state approvate le Unioni Civili in Italia, grazie a cui tantissime coppie omosessuali potranno finalmente ottenere riconoscimenti, dignità e diritti. Un traguardo storico, un attesissimo passo in avanti grazie al quale il Belpaese è riuscito ad allinearsi (parzialmente, analizzeremo i motivi tra poco) ai Paesi occidentali più civili e avanzati.
Il percorso attraverso cui si è giunti al ViaLibera del Senato è stata travagliato e sofferto, in parte purtroppo già noto (si veda il mio precedente articolo su ciò: Unioni Civili incoerenza a cinque stelle )

In estrema, estrema sintesi: dopo il dietrofront del M5S, il Governo è stato costretto a rivolgersi allo scomodissimo alleato governativo Alfano.
Pochi giorni fa è stata registrata una notizia non da poco: la “prova provata” del suddetto dietrofront dei pentastellati.
L’Unità, quotidiano vicino al Partito Democratico, ha pubblicato uno screenshot contenente un messaggio privato scritto dal Senatore M5S Alberto Airola alla Senatrice Monica Cirinnà, la ben nota prima firmataria del DDL sulle Unioni Civili, nel quale egli le ha assicurato l’appoggio inequivocabile del Movimento sul “canguro”. Lo scottante messaggio in questione è stata inviato la sera del 15 Febbraio, a poche ore dalle prime votazioni a Palazzo Madama l’indomani.

Ecco il testo integrale.
“Ok stasera il mio gruppo di lavoro sul tuo ddl ha raggiunto ufficiosamente l’accordo di votare il Marcucci sia integro che spacchettato… ovviamente mancheranno 2-3 voti nostri per la lettera f) sulla step ma gli altri ci sono. DOMAttina abbiamo la riunione di gruppo che ratificherà la decisione…. Fino ad allora tienitelo per te MI RACCOMANDO, poi domattina lo diremo noi ufficialmente… Grazie, in bocca al lupo anche a te.”
Airola non ha negato, anzi, messo alle strette e “smascherato” ha scritto poi un post sulla sua pagina Facebook per giustificarsi.

Testuali parole: “Voglio fare chiarezza sullo scambio di messaggi che io stesso ho avuto con la senatrice Monica Cirinnà e che il Pd sta utilizzando come pretesto per accusare di inaffidabilità il Movimento 5 Stelle e giustificare la sua decisione di fare una legge sulle unioni civili al ribasso con l’appoggio di Alfano e Verdini.
La senatrice Cirinnà ha voluto forzare la mano e ha interpretato come definitivo il senso di un messaggio nel quale mi limitavo a riferire l’esito di un primo incontro del gruppo di lavoro del M5S sulle unioni civili, incontro nel quale si era presa in considerazione, tra le tante opzioni possibili, anche la possibilità di votare l’emendamento Marcucci in caso di paralisi dell’aula. Ma come io stesso ho precisato in quel messaggio, quella non poteva in nessun modo considerarsi la posizione ufficiale e definitiva del Movimento, perché a pronunciarsi doveva essere l’assemblea dei senatori del Movimento, l’unica titolata a decidere in merito e poi a comunicare la decisione all’esterno attraverso il capogruppo. L’unica posizione ufficiale del Movimento, infatti, è stata solo e soltanto quella espressa l’indomani con il no all’emendamento […] canguro. Il PD questo lo sapeva benissimo perché conosce le regole del Movimento e tutti, compresa la Cirinnà, sanno che le posizioni ufficiali di una forza politica sono quelle espresse dal capogruppo e non da un singolo via sms.”
Sempre Airola è tornato sull’argomento durante il suo ultimo intervento in Senato in merito. “[…] un sms personale del sottoscritto trasformato in un Trattato di Versailles.. Ho vacillato, lo ammetto, di fronte alla minaccia di paralisi dell’aula, all’impossibilità di votare per le Unioni e di fronte a quel maledetto ‘canguro’ […] ”

Il Presidente del Senato Pietro Grasso ha poi valutato come inammissibile l’emendamento Marcucci. Poi, appunto. Non prima. Se magari avesse palesato da subito le sue intenzioni, non si sarebbe creato questo inenarrabile parapiglia. “Canguro” creato, occorre ricordarlo, contro i 5000 emendamenti ostruzionistici presentati dalla Lega&Co.

Un plauso in negativo occorre farlo proprio a Calderoli, Centinaio&Co, strateghi puri. Ritirando LastMinute 4500 emendamenti hanno scientemente e machiavellicamente mandato in confusione totale i 5 Stelle, inducendoli a rinunciare all’appoggio nei confronti dell’emendamento Marcucci.

Dunque in seguito a estenuanti rinvii ed ore a dir poco convulse, il Governo ha poi deciso per un maxi-emendamento da blindare con gli alleati del NuovoCentroDestra, i quali, in cambio del loro sostegno certo, hanno chiesto e ottenuto lo stralcio del tanto dibattuto art.5 sulla Stepchild Adoption (nonché del “vincolo alla fedeltà”). Pillola indigesta, ma ritenuta necessaria per giungere al risultato.

Lo stesso Alessandro Di Battista, uno dei volti più noti del Movimento, ha consigliato al Governo l’uso della Fiducia in un video (accade al minuto 4 del video in questione, reperibile sulla pagina FB del parlamentare) diventato successivamente virale (in cui spiega, inoltre, come sarebbero andate le cose dal PointOfView pentastellato).

Una nota sull’operato del “Dibba“. La Fiducia si può mettere solo su un DDL governativo, non su un DDL parlamentare. Il PD ha evitato questa ipotesi fin dall’inizio per salvaguardare tutti i punti della Legge Cirinnà. Nel momento in cui appunto un Disegno di Legge inizialmente proveniente da singoli parlamentari viene dirottato sull’iter della Fiducia, per essere approvato deve sottostare ai diktat delle forze politiche con cui si governa.

Come ci si può lamentare della mancanza del dibattito parlamentare per poi invocare questa tanto bistrattata Fiducia, in seguito alla quale ogni discussione verrà estinta sul serio ed infine, una volta accaduto ciò come magari indicato (ogni riferimento a Di Battista è appunto puramente intenzionale), lamentarsene?

Il Partito Democratico ha presentato l’ormai celeberrimo ‘canguro’ soprattutto per evitare i numerosissimi emendamenti irrisori, irrispettosi e ridicoli destroidi (celebre una delle proposte pervenute dal Senatore Malan: “Sostituire le parole: ‘’UN’UNIONE CIVILE’ con le seguenti: ‘UN’UNIONE RENZIANA’.”). Se una forza politica presenta ZERO emendamenti ad un DDL (come il M5S) ed è realmente interessato a farlo passare.. Beh, non dovrebbe incarnare il motivo per cui alla fine questo benedetto DDL è costretto a divenire il frutto di un compromesso al ribasso.

Dunque non è assolutamente da biasimare Monica Cirinnà per aver comunque accettato quest’ultimo. Si è battuta come una leonessa fino alla fine. Non le sono più bastate, poi, le successive rassicurazioni del Movimento. “Siamo a favore, si voti in modo palese, i numeri ci sono, abbiamo presentato zero emendamenti, questa legge la vogliamo”.

Ma.. Come ha magistralmente scritto Sciltian Castaldi su Il Fatto Quotidiano:
“E a nulla valgono i tardivi proclami da parte degli esponenti del M5s riguardo al loro ipotetico appoggio al DDL Cirinnà così com’è. E’ la storia del “Al lupo, al lupo!”: quando perdi la credibilità della tua parola, perdi tutto, nella vita come in Senato.
Mancare alla parola d’onore è una scelta etica che si paga, sempre. Essere ritenuti assolutamente inaffidabili, non credibili è il prezzo […] Questo segna la fine del M5s perché d’ora in poi la grande maggioranza degli elettori italiani li percepisce come dei politicanti al pari di tanti altri: gente in grado di mangiarsi la parola data per raggiungere un obiettivo strumentale.”
La Cirinnà s’è sentita tradita a livello umano. E all’incertezza della “roulette russa dei voti segreti” (ne sarebbero stati cinque in tutto, dunque sarebbero stati votati a scrutinio segreto anche gli art. 2 e 3 contenente fondamentali diritti e non solo l’art. 5 sulla Stepchild Adoption) ha preferito una sofferta rinuncia (appunto lo stralcio della Stepchild Adoption) in cambio del mantenimento pressoché totale dell’impianto originario del suo DDL, eccezion fatta per il cosiddetto “vincolo alla fedeltà” richiesto e ottenuto da NCD. In parte un’umiliazione, uno sputo in pieno viso, un voler relegare le coppie omosessuali ad una dimensione torbida e promiscua, non stabile, non affidabile e non degna dell’equiparazione al sacro matrimonio etero.
In parte (paradossalmente, considerando la matrice politica da cui è emersa questa richiesta) è stato invece un inatteso passo avanti in quanto, come ha magistralmente spiegato la Cirinnà stessa intervenuta in alcune trasmissioni televisive il DayAfter, il suddetto vincolo è in realtà un retaggio arcaico, maschilista e patriarcale alla base, inoltre, del “delitto d’onore” abrogato nel 1981 dal Codice Penale italiano. “Se non mi sei fedele e ti uccido per questo, beneficerò dell’attenuante”.
Grazie a questo involontario assist da parte degli alfaniani, ora il PD ha depositato un DDL per togliere questa norma anche dal matrimonio civile.
Ad ogni modo.. Secondo alcuni non ci sarebbe nulla da festeggiare. La delusione è palpabile. L’amarezza è ingente. Le bambine e i bambini delle Famiglie Arcobaleno non sono stati tutelat*. Al momento.
Indubbiamente è stata una vittoria parziale. Però io personalmente voglio fidarmi del Capogruppo PD Luigi Zanda, il quale ha promesso una riforma sulle adozioni in arrivo alla Camera dei Deputati per far rientrare dalla finestra la Stepchild Adoption fatta uscire forzatamente e tristemente dalla porta, ove i numeri sono diversi ed essendoci un’ampia maggioranza l’eventuale proposta arriverebbe in Senato blindata.

Voglio fidarmi soprattutto della straordinaria Monica Cirinnà, la quale ha davvero messo Cuore e Anima in questa battaglia.

Voglio fidarmi del suo braccialetto arcobaleno mostrato sia durante il primo sia durante l’ultimo intervento in aula in merito al suo storico DDL.

Voglio fidarmi della sua tangibile delusione palesata nel corso dell’intervista con Bianca Berlinguer la sera del 24 Febbraio non tanto attraverso le parole quanto tramite la sua espressione facciale davvero provata, la sua voce contratta, gli occhi affaticati.

Voglio fidarmi anche della spilletta, sempre arcobaleno, inserita nel lato sinistro (appena sopra il suo grande cuore, animato da una sensibilità e un’umanità rare ormai nel mondo della politica, ove squallidi giochetti, meri tornaconti personali e cinici calcoli prendono spesso e volentieri il sopravvento) della giacca blu indossata durante le trasmissioni UnoMattina e Agorà del 26 Febbraio.

Perché questo è solo il primo passo verso la piena uguaglianza.

Come ha detto lei stessa citando Ettore Scola: “Bisogna credere ai miracoli, soprattutto quelli fatti dall’uomo, e impegnarsi perché i Sogni e le Utopie si realizzino”.

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