Le strisce nere hanno preso il posto dei festosi arcobaleni. I burocrati che abbiamo come legislatori, hanno deciso su quali diritti concedere, già infatti, nella “civilissima” Italia i diritti non sono sanciti ma concessi. La concessione è una delle forme più violente di sopraffazione che il potere possa esercitare sui più deboli e sulle minoranze. Il paladino dell’isis cattolica, il ministro Angelino Alfano, con trombe squillanti si è vantato di aver concesso diritti limitati, di fatto evitando una deriva “contro natura”.Un atto grave che nessun politico della maggioranza ha stigmatizzato e condannato. Erano troppo presi ad auto celebrarsi, Monica Cirinnà, quella che doveva dimettersi e revocare la firma se il testo di legge fosse stato stravolto, titola “Finalmente i diritti che non c’erano”, Renzi, quello che va a braccetto col “compagno” Alfano, che afferma con giubilo e gaio “La speranza ha vinto contro la paura. Ha vinto il coraggio contro la discriminazione. Ha vinto l’Amore”.
Che bello se fosse vero, per Matteo, l’Amore, quello con la A maiuscola, ha bisogno di un cavillo come quello sul NON obbligo di fedeltà, solo per noi lgbt però, fate bene attenzione, così sarà più facile separarsi, sapete ci hanno fatto un bel regalo, è di dominio pubblico che noi gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, siamo “promiscui” e poco credibili. Non ci hanno concesso neppure un assaggio di genitorialità per lo stesso motivo dei nostri “facili” costumi. Costumi o panni in cui nessun politico di maggioranza od opposizione si è voluto calare, sapete perchè? Sono troppo stretti e pungono le carni, loro, i politicanti, hanno filato una “morbida” lana dalle spine e tessuto abiti succintamente attillati e aderenti, perchè è risaputo noi gay siamo “modaioli”.
Nessuno di loro si è preoccupato di come in questi anni, i magnaccia in giacca e cravatta, o le signore griffate in costosi tailler, ci hanno descritti nella maniera più ignobile degna solo dei peggiori sobborghi. Uno scempio di violenza linguistica che si è consumato nel parlamento, quello che dovrebbe essere il cuore pulsante di un paese. Invece il nostro parlamento è stato l‘intestino crasso dove quel che è circolato purtoppo è sconveniente nominare. Un gioco al massacro che non ha risparmiato nemmeno i bambini delle famiglie con genitori dello stesso sesso, bambini di serie Z perchè meno degni della difesa che hanno usato come slogan al loro Family Day, trattati linguisticamente parlando come merce di scambio o bestie commerciabili. Abbiamo assistito ad un tiro alla fune tra piddini e pentastellati dove la contesa era a favore dei consensi elettorali e mai per sancire l’uguaglianza, siamo stati una motivazione per tentare la caduta del governo, e questi per restare in piedi non ha pensato due volte a scrivere nero su bianco una legge che invece di eguagliarci al resto del paese, sottolinea evidenziandole le discriminazioni. Matteo, non quello che sta al governo, usa nel suo vangelo una espressione che calza a pennello “… anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”, ieri questo siamo stati considerati non PERSONE, ma cagnetti schizzinosi che per giunta non apprezzano le generose elemosine elargite a “piene” mani da PADRONI poco amorevoli e corrotti dalla bramosia di potere, già padroni di decidere sulle nostre vite e sulle nostre infauste sorti.
Una speranza ci resta, chiamata DIGNITA’, a cui tutte e tutti siamo chiamati a rispondere nessuno escluso, scendere nelle piazze e mostrare al mondo che ci SIAMO ed ESISTIAMO, lasciandoci alle spalle amori derubricati a semplici amicizie e spogliandoci degli squallidi abitini infeltriti e ristretti che ci hanno da sempre affibiato, sia che provengano dalla politica, dalla società, dalle nostre famiglie d’origine o da una parte della popolazione lgbt stessa, l’invito più accorato è per questi ultimi essere felici è possibile basta volerlo e alzare la testa.
Orgoglioso attivista per i diritti delle persone glbt. Vicepresidente dell'associazione di iniziativa glbt Stonewall di Siracusa.
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