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Votato dal popolo

Ci sono molte buone ragioni per opporsi al governo di Matteo Renzi, ma il fatto che egli non sia mai stato “votato dal popolo” non è una di queste buone ragioni.

di: Tommaso Bruni,

13 Agosto 2016

Categorie: Politica Interna

Uno degli argomenti usato dagli oppositori del premier italiano Matteo Renzi per screditarlo è che Renzi non è mai stato “eletto dal popolo” o “votato dal popolo”. Questo argomento è in particolare adoperato dai leghisti e dai pentastellati. Dal punto di vista fattuale, Renzi non è un parlamentare e non è mai stato presentato in alcuna elezione politica italiana come candidato alla carica di capo dell’esecutivo. Renzi ha vinto le primarie interne al partito democratico italiano nel dicembre 2013 e in forza di ciò è riuscito a fare le scarpe all’allora premier Enrico Letta attraverso la manovra di palazzo passata alla storia per la frase: “Enrico, stai sereno!” Descrittivamente è quindi appropriato dire che Matteo Renzi non è mai stato “eletto dal popolo”.

Tuttavia, temo che questo rimprovero tradisca una scarsa conoscenza della Costituzione della Repubblica Italiana. La Costituzione non prevede che il popolo italiano elegga il Presidente del Consiglio dei Ministri, il quale invece è nominato dal Presidente della Repubblica (Art. 92); inoltre, il suo governo deve ottenere un voto di fiducia dai due rami del Parlamento (Art. 94). In sostanza, la Costituzione non prevede che gli italiani abbiano una diretta voce in capitolo su chi eserciti il potere esecutivo. Ciò è vero anche in altri paesi europei, come la Germania e la Spagna. In altre parole, la Costituzione non legittima alcuna idea di una “investitura popolare” del premier. I cittadini votanti hanno voce in capitolo solo sulla composizione del Parlamento e, dato che la Costituzione disegna un assetto di repubblica parlamentare, è poi il Parlamento che, di concerto con il Presidente della Repubblica, nei fatti determina la composizione del Governo. Questa è la ragione per cui, per larga parte della storia della nostra Repubblica, i governi hanno avuto vita breve: erano subordinati ai giochi parlamentari di numerosi partiti di varie dimensioni ed erano fatti e disfatti da Parlamenti che invece quasi sempre restavano in carica per cinque anni. Si tratta di un esempio da manuale di supremazia del potere legislativo (elettivo) sull’esecutivo (non elettivo).

Coloro che vorrebbero vedere un potere esecutivo più stabile e autonomo dal Parlamento, fra cui io non figuro, dovrebbero avere il coraggio di fare campagna per una riforma costituzionale in senso presidenziale. Così il Presidente della Repubblica sarebbe eletto direttamente dai cittadini e sarebbe anche il capo dell’esecutivo senza rispondere al Parlamento, su modello statunitense. Al Parlamento resterebbero due poteri non marginali: in primo luogo il potere non esclusivo di proporre leggi; in secondo luogo il potere esclusivo di approvare o respingere le proposte di legge, inclusa la legge di bilancio.

Ci sono molte buone ragioni per opporsi al governo di Matteo Renzi, ma il fatto che egli non sia mai stato “votato dal popolo” non è una di queste buone ragioni. La Costituzione dà infatti a Renzi facoltà di governare per il semplice fatto che il suo governo ha il supporto di una maggioranza nei due rami del Parlamento.

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