Esse - una comunità di Passioni

Voucher: NO, senza se e senza ma

Gli elettori ci chiedono coerenza!

Neanche il peggior Berlusconi avrebbe potuto immaginare una cosa simile: fare uscire la normativa sui voucher dalla porta, onde evitare una nuova batosta referendaria, per poi reintrodurla, subdolamente e surrettiziamente, dalla finestra. E invece il fantoccio Gentiloni, burattino nelle mani del premier de facto Matteo Renzi, ci sta provando, con un progetto che ha in sé del criminale.
Criminale: non tanto per l’idea di prevedere forme di retribuzione regolare per quelle tipologie, come i lavori all’interno delle famiglie, per i quali il pagamento in nero era la regola e non l’eccezione, quanto per la volontà di procedere su questa strada per tutte le imprese e, secondo le ultime notizie disponibili, a prescindere dalla loro dimensione.
La proposta del governo mira, con tutta evidenza, al raggiungimento dell’ obiettivo  di mettere all’angolo gli ex PD e SI, costringendoli alla scelta tra l’ ”ingoiare l’amara minestra”, rappresentata dall’accettazione supina dell’antidemocratico provvedimento, ed il “saltare dalla finestra”, facendo cadere il governo ed addossandosi la responsabilità dell’ormai quasi certo voto anticipato a settembre o, più probabilmente, ai primi di ottobre.
Il punto è che sul tema della reintroduzione dei voucher, è evidente, si gioca un bel pezzo, probabilmente decisivo,del  futuro di Articolo 1 – MDP. La conferenza programmatica del fine settimana scorso infatti ha, a mio parere, prodotto importanti risultati, a partire dal percorso di costruzione della rappresentanza politica del mondo del lavoro che ha preso il via con l’eccellente intervento di Susanna Camusso da un lato e con l’ottima replica, non a caso di poco successiva, di Guglielmo Epifani. I due si sono abbracciati, segno di una ritrovata intesa dopo le tensioni conseguenti al sofferto voto degli ex PD sul jobs act. È da qui, da questa ritrovata sintonia tra la buona politica, rappresentata dalla nascente forza di sinistra, e l’efficace tutela dei diritti (del lavoro e non solo), rappresentata dalla CGIL, che occorre partire.
Ma non basta.
Nella mia vita politica, ho avuto la fortuna di incontrare spesso rappresentanti del sindacalismo, locale e nazionale, ed ho ancora nelle orecchie le parole delle tante e dei tanti delusi dalla sinistra e dal comportamento che, troppo spesso, ha tenuto nel dimenticarsi chi rappresentare nello scontro, mai sopito, tra capitale e lavoro.
Per fortuna, ieri i nostri dirigenti nazionali (da La Forgia a D’Alema, passando per Scotto) hanno pronunciato, sul tema dei voucher parole inequivocabili: Articolo 1 è pronto a far cadere il governo se la norma venisse portata in parlamento, facendo venire meno i suoi voti sia alla Camera che al Senato, dove risultano decisivi. Oggi saremo nelle piazze del Paese, davanti alle prefetture, raccogliendo l’invito del più grande sindacato italiano di manifestare contro qualunque forma di retribuzione, nelle imprese, che sia priva di tutela contrattuale
È un buon inizio: sul tema della coerenza rispetto agli impegni presi con gli elettori, plasticamente rappresentati dal nome scelto per il nostro Movimento, si gioca il nostro futuro. Alternativi al renzismo, in tutte le salse ed in tutte le vesti, ecco cosa ci chiede chi ambiamo a rappresentare; ecco il filo d’Arianna di qualunque proposta di coalizione che abbia, si, ambizioni di governo ma che, nel contempo, non dimentichi il rispetto dei suoi princìpi fondativi.

Francesco Samuele

Sono nato a Roma nel 1967, ho vissuto in Molise fino a 18 anni, poi per ragioni di studio ho vissuto prima a Teramo, poi a Parma dove mi sono stabilito definitivamente. Laurea in giurisprudenza, con tesi in Diritto delle assicurazioni. Faccio politica da oltre 25 anni, dal movimento studentesco della Pantera, per approdare tra le file di Rifonzazione comunista, partito nel quale sono stato per anni in segreteria provinciale, occupandomi di economia, lavoro e welfare. Ho lasciato Rifondazione nel 2014 e da allora lavoro, con la comunità di passioni di Esse per un nuovo, grande Partito della sinistra. Attualmente sono membro del Comitato operativo regionale dell'Emilia Romagna di Sinistra Italiana, nonchè co-portavoce provinciale.

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