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La responsabilità dell’accoglienza

di un popolo che non ha mai smesso di migrare

di: Carlo Crosato,

9 Agosto 2017

Categorie: Italia, Politica Interna

Mattarella durante le commemorazioni della tragedia di Marcinelle ha menzionato le migrazioni odierne, di cui l’Italia è destinazione. Salvini, che non perde mai occasione per avere rispetto di se stesso, contesta: i nostri migranti, sostiene, non erano mantenuti per “fare casino” come i “clandestini”.
 
Il parallelo di Mattarella indubbiamente funziona, perché avvicina persone che, per qualche motivo grave, oggi come ieri non possono vivere nel luogo in cui è capitato loro di nascere.
 
La contestazione di Salvini, invece, come al solito manca del tutto il bersaglio e ci ricorda solo la nostra grande inadeguatezza nell’accoglienza, la nostra incapacità di creare condizioni di vita umane per persone che non chiedono altro che vivere.
 
Proprio come le condizioni pietose, spesso fatali, in cui lavoravano i migranti italiani del secolo scorso erano da imputare spesso all’irresponsabilità dei Paesi ospitanti, così è necessario osservare con franchezza la nostra incapacità di accogliere e integrare. E così si scopre che l’inattività, l’esclusione sociale – quella che Salvini chiama “casino” – delle persone che in Italia cercano la vita è, infatti, il più delle volte dovuta a leggi ottuse, come quella che crea lo status di clandestinità, che paralizza nell’illegalità e nella inoperosità persone che chiedono di poter vivere e guadagnarsi da vivere.
 
I migranti, ora come allora, sono persone in difficoltà. Occuparsi delle condizioni in cui riuscire a liberarsi da tali difficoltà spetta anche a noi. Salvini lo sa, ma è uno sciacallo in cerca di facile consenso, giocando sui nostri sentimenti più fragili o sulle emotività più impetuose; e perciò racconta un’altra storia.

Carlo Crosato

http://ilrasoiodioccam-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/index.php?s=crosato

Dottorando di ricerca in Filosofia politica. Collaboratore di Micromega: Il Rasoio Di Occam. Autore di: L'uguale dignità degli uomini (2013); e allora? (2014); Dialogare con il Solipsista (2015); Dal laicismo alla laicità (2016); Il non detto (2017).

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