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Referendum: ultimi giorni di una lunga campagna elettorale

Il momento per dire NO alle politiche scellerate di questo Governo è questo: ripartiamo dalla salvaguardia della Costituzione.

di: Daniela Mastracci,

1 Dicembre 2016

Categorie: Italia, Politica Interna

In questi 30 mesi ho visto: jobs act; buona scuola; tagli spregiudicati alla sanità; altrettanto spregiudicata noncuranza del risultato referendario sull’acqua pubblica; inviti ad andare al mare quando proprio il mare andava salvato dai profitti ancor più spregiudicati di multinazionali interessate a mantenere le trivelle; una ennesima Leopolda che si auto osanna e non ha occhi per chi vive male, senza lavoro, senza riconoscimento di quella dignità che proprio la Costituzione ci garantisce; ho visto mettere e togliere la bandiera europea a seconda dell’opportunità del momento; ho visto bonus regalati proprio in prossimità del voto del 4 dicembre; ho visto un governo richiedere indietro gli 80 euro, a dimostrazione che se le riforme non sono strutturali, i risultati millantati se li riprendono quando vogliono senza risolvere i problemi veri; ho visto vantarsi di aver raggiunto risultati eccellenti nell’occupazione, quando i voucher sono la nuova moneta, si fa per dire; ho visto sbracciarsi per il SI ma non ho visto sbracciarsi per le reali priorità dell’Italia; ho sentito sbandierare il ponte sullo stretto, quando la terra trema, i fiumi esondano, le montagne franano, le persone muoiono, e non si progetta una politica di prevenzione, riqualificazione, messa in sicurezza…ho visto abbastanza per dire NO alle politiche di questo governo. ho letto abbastanza per dire NO a questa riforma che vanta un senato delle autonomie, ma alle regioni toglie voce, ai cittadini toglie voto, al governo toglie contrappesi; inganna proponendo il superamento del bicameralismo e ci dà un senato di consiglieri e sindaci; inganna con la semplificazione e ci dà un articolo 70 illeggibile; inganna con l’abbattimento dei costi ma lascia in piedi tutto intero l’apparato del senato stesso e non decurta il numero dei deputati; inganna con le parole “cambiamento”, “velocità”, “semplificazione” permettendosi di prendere più di un terzo della Carta del ’48 e modificarne la sostanza e non solo la forma. ho visto abbastanza per oppormi a questo governo che vota l’Italicum e poi la riforma e ci mette nella condizione di vivere una campagna referendaria ossessiva e altamente conflittuale: ora ci vanno chiedendo cosa accadrebbe se vincesse il NO. dovrebbero chiedersi come hanno ridotto i cittadini, così tanto in opposizione, così schierati e anche insultanti, a volte; dovrebbero domandarsi se hanno fatto bene all’Italia, consegnandoci tale dilemma e tanto conflitto; facendoci diventare quasi nemici. Il voto in parlamento non ha raggiunto la maggioranza qualificata che il 138 chiede per le riforme costituzionali: è questa la ragione per cui abbiamo vissuto tante settimane di “fuoco”. Certo il 138 prevede che si chieda il referendum, ma il buon senso, dati i numeri e la tanta divisione nel parlamento stesso, che cosa avrebbe potuto e dovuto suggerire? specialmente ad una maggioranza eletta con una legge dichiarata incostituzionale.

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