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Un pericolo da evitare. Salvini e le sue dichiarazioni

Quanto danno fanno le continue esternazioni di Salvini?

di: Roberto Gramiccia,

23 Giugno 2018

Categorie: Italia, Politica Interna

La qualità e il numero delle esternazioni di Matteo Salvini, il loro rincorrersi con un ritmo frenetico suggeriscono alcune considerazioni, in parte scontate e in parte no.
Dopo il bombardamento mediatico su migranti e ONG, i rom e la difesa personale, di non minore significatività appaiono quelle sulla scorta di Saviano e quelle farsesche ma pericolosissime sui dieci vaccini obbligatori che Salvini, autonominatosi infettivologo di corte, in totale disaccordo con la Ministra per la Salute del suo governo, dichiara di considerare inutili e potenzialmente pericolosi (!?).
Ora, a parte l’odiosità e l’infondatezza nel merito di ciascuna di queste uscite, a parte il loro carattere improprio, razzista e xenofobo (ma la violenza di Salvini si rivolge anche verso italiani come Saviano), colpiscono la loro quantità e la loro rozzezza.

Una specie di bulimia comunicativa che sicuramente ha a che vedere con il desiderio dell’attuale Ministro dell’Interno di alimentare la sua personale campagna elettorale permanente, a fronte della consapevolezza di non poter mantenere le promesse fatte agli elettori e quelle comunque presenti nel famigerato Contratto stilato con Di Maio.
Un fatto tuttavia che, per le sue caratteristiche, costituisce un evento senza precedenti per un Ministro degli Interni. Una incontinenza verbale che sembra francamente confutare la serie infinita di riconoscimenti e apprezzamenti che Salvini incassa quotidianamente nella stampa mainstream, in televisione e in rete.

Non vi è dubbio che questo politico ormai consumato sappia, nel breve-medio periodo, farsi politicamente i propri affari. Ma francamente da qui a considerarlo il salvatore degli italiani, lo Statista del cambiamento e via via delirando ce ne corre. Ve li immaginate voi De Gasperi o Togliatti o Nenni o La Malfa discettare di vaccini e rendersi ridicoli di fonte alla comunità scientifica? E allora, tanto per cominciare, stiamo attenti a non mitizzare l’avversario e a non costruire leggende improbabili.

Salvini ha avuto un considerevolissimo successo compiendo delle scelte che hanno sfruttato al massimo la debolezza dei propri avversari (come del resto ha fatto il Movimento Cinque Stelle). Lo ha fatto con efficacia e tempestività, dimostrando sicuramente un notevole fiuto politico. Da qui a farne un eroe o un mito però ce ne corre.
Ricordiamo che altri leader politici hanno collezionato successi fulminanti e altrettante precoci e cocenti sconfitte. E quindi tanto per cominciare non diamo a Salvini l’importanza di una stella fissa nel firmamento politico. Beppe Severgnini, recentemente, lo ha paragonato a un fritto misto che all’inizio è attraente e appetitoso, dopo un po’ stanca e quasi sempre si piazza sullo stomaco.

Condividiamo. Anche perché di qui a pochi mesi come una cambiale scatterà per il Ministro dell’Interno e il suo Governo l’ora della verità, quando si tratterà di capire se le promesse fatte agli italiani saranno realizzate opure no.
Non parlo delle chiacchiere a costo zero, tipo la legge sulla Legittima Difesa, ma della Flat Tax, del Reddito di Cittadinanza e dell’abolizione della Fornero.
La fluidità dei consensi e la consistenza liquida della realtà sono ormai a tutti note e quindi sarei attento a predire a Salvini e al suo Governo un futuro sicuramente roseo e duraturo, anche in considerazione dei non pochi e contrastanti interessi elettorali che oppongono la Lega ai Cinque Stelle.

Certo, non vi è dubbio che l’incapacità della Sinistra di dare forma e rappresentanza al malcontento di milioni di lavoratori, precari e disoccupati ha abbandonato praterie sconfinate alle scorrerie della destra populista e del populismo che ama definirsi né di destra né di sinistra, favorendo la saldatura di un blocco sociale e politico pericoloso e potente. Questo è il dato saliente dell’attuale fase. Ma guai a considerarlo definitivo. Guai ad arrendersi.

A questo punto semmai si impone (veramente si impone da anni) una inevitabile spregiudicata onesta e radicale analisi degli errori compiuti dalla Sinistra, da tutta la Sinistra.
A partire da quella rappresentata nel PD ancora oggi – specie nel suo elettorato – che corrisponde alla forza quantitativamente più rilevante per la democrazia stessa del nostro Paese, con la quale non si può non fare i conti.

Ecco, il pericolo che ci sembra di cogliere è che questa analisi che stenta così tanto a decollare nel PD (e anche in LeU) sia ulteriormente frenata dalle esternazioni di Salvini.
E qui mi sembra di poter indicare un elemento di riflessione scarsamente considerato.
Vale a dire: Salvini le spara talmente grosse, in maniera così vanagloriosa e volgare che non vorrei che si ritenesse sufficiente, per tentare di salvare il Pd e rilanciare la Sinistra, l’avversare e confutare le sue tesi grassamente reazionarie.
No compagni. Non basta. Sarebbe come curare il cancro con l’aspirina.

Bisogna piuttosto iniziare, cosa che non è stata mai fatta fino ad ora, una revisione degli errori che hanno portato a questo disastro.
Gli errori del Pd e quelli di coloro i quali, senza riuscirci, hanno cercato consensi schierandosi alla sua sinistra. Un cosa grossa, ma grossa veramente che, nella tradizione migliore, si fa discutendo nei Congressi. Che richiede coraggio e radicalità, sincerità spietata e tanta originalità.
Una cosa un po’diversa dal dimostrare che Salvini non è un infettivologo e non può togliere la scorta a Saviano.

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