Riportiamo i risultati di un’ indagine di Open Innovation di Regione Lombardia a cura di Consuelo Crespi
Entro il 2020 i produttori calcolano di vendere 70 mila auto elettriche, troppo poche se confrontiamo il dato con il resto d’Europa.
Gli esperti del settore sono concordi: servono incentivi all’acquisto dell’auto elettrica e una rete di ricarica migliore.
In Italia nel 2016 sono state vendute 2.560 auto elettriche. Lo 0,1% rispetto al totale delle autovetture immatricolate.
Mentre l’anno scorso le vendite sono cresciute significativamente in tutto il mondo, in Italia non si sono mosse neanche di un punto decimale. Il piano nazionale di colonnine elettriche prevede di dotare la penisola di stazioni di ricarica per 130mila veicoli entro il 2020, ma gli operatori del mercato stimano di immatricolarne la metà: 70 mila auto. Perché?
“Senza un incentivo all’ acquisto, nessuno compra”, sintetizza Vittorio Chiesa, professore del Politecnico di Milano e coordinatore del primo rapporto sulla mobilità elettrica dell’ateneo. Non la pensano così solo gli italiani, ma anche all’estero. La Norvegia può vantare una quota del 23,3% dei veicoli elettrici sul parco complessivo perché l’acquisto è stato agevolato.
Lo riconoscono gli acquirenti: il 60% ha ammesso di aver affrontato la spesa incoraggiato dal sostegno dello Stato.
Così vale per i Paesi Bassi (9,7% la quota dell’elettrico) e più in generale per tutti i mercati esaminati dal Politecnico di Milano. Due le eccezioni: il Giappone, dove nonostante gli incentivi, le vendite non ingranano la marcia, e la Svezia, che con pochi aiuti ha pur sempre raggiunto un 2,4% del mercato ed è il terzo Paese al mondo per numero di veicoli.
“Non è però solo questione di denaro. L’incentivo statale sarebbe anche una garanzia della volontà dello Stato di seguire questa strada, e quindi di poter disporre in un prossimo futuro di sufficienti punti di ricarica. E questa certezza non è altrimenti data perché le forze politiche in campo non si esprimono sulla volontà di “elettrificare” il parco auto, e parlando onestamente, con Fiat che finora ha puntato tutto sul metano, e questo ha ricevuto incentivi… La credibilità è tutto “. Afferma Pietro Molina, esperto di mobilità.
Conferma una consumatrice interpellata nel sondaggio: “ Non è solo economico il sostegno da parte dello Stato. Ci vuole anche una sistematica informazione sui vantaggi di avere un’auto elettrica e una continua ricerca per migliorarne le prestazioni. Io ho un quadriciclo elettrico e la domanda più frequente che la gente incuriosita mi chiede è: “Ma non hai paura di restare per strada? Dove vai a ricaricare ?”.
L’Italia è ferma al palo e i numeri lo dimostrano.
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