19 ottobre, il “mercoledì nero”. Tutte le donne argentine, insieme a tanti uomini, si ritrovano per le strade di Buenos Aires per denunciare la violenza subita da una sedicenne, Lucia Perez, costretta a drogarsi per poi essere alla mercé dei suoi aguzzini. Lucia, però, purtroppo, è solo una delle tante donne vittime di violenza in Argentina e nel mondo. La manifestazione, portata avanti dal motto “Ni una menos” (“Non una di meno”), si propone di denunciare questi episodi e vuole dare un messaggio forte e chiaro: basta con la violenza sulle donne.
Il “fenomeno” argentino è dilagato oltre oceano ed è arrivato anche qui in Italia. Il 26 novembre, infatti, ci ritroviamo tutti in Piazza Esedra, a Roma, uomini e donne, per far sentire anche la nostra voce. Saremo in piazza per dire no a qualunque tipo di violenza, fisica e psicologica. Per dire no al sessismo, alle differenze di genere con cui, noi donne, ogni giorno, dobbiamo fare i conti. Diciamo no perché vogliamo affermare il principio di uguaglianza, perché vogliamo tornare a casa a notte fonda senza dover avere paura di un potenziale stupratore. Diciamo no perché siamo stanche di veder passare al telegiornale volti di donne che ora non ci sono più, morte per mano di mariti e compagni. Morte perché la loro colpa è stata quella di voler essere libere di compiere le proprie scelte.
Dopo le donne polacche che combattono, con successo, per vedersi riconosciuto il loro diritto all’aborto e le donne argentine che si fanno forza e denunciano i continui soprusi subiti, anche noi, donne italiane, vogliamo andare in piazza e alzare la voce.
Anche Esse, quindi, sarà presente affianco alle tante donne, e ai tanti uomini, che il 26 novembre si ritroveranno a Roma per contribuire all’abbattimento di ogni tipo di violenza.
di: Carlo Crosato,
di: Alessia Galizia,