Credo che la morte della sinistra sia abituarsi allo stato presente delle cose, sia quando il presente ha il volto dello sfruttamento, e a questo purtroppo il centro-sinistra si è abituato quando nei decenni scorsi si era innamorato del neoliberismo, sia quando ha il volto dei regimi come quello iraniano che impicca i ragazzi che protestano, sia quando ha il volto della guerra perché dopo le dovute condanne arriva anche il momento di costruire la pace ed aprire in Parlamento una battaglia contro l’invio di armi in Ucraina anche a costo di differenziare il voto dei parlamentari di Articolo Uno da quelli del Partito Democratico.
E non lo dico per passione delle rotture, anzi, lo dico perché credo in questa costituente ma so anche che la politica si fa con la dialettica quindi non distendendosi su posizioni altrui ma trovando la sintesi tra posizioni diverse. Nel processo costituente dobbiamo starci e dobbiamo starci con due piedi, con la franchezza necessaria: la franchezza di dire che è questo il processo politico in cui bisogna stare, ma anche la franchezza di dire che ci sono cose che non funzionano, come le candidature fatte prima della discussione politica e le tante timidezze politiche, compresa quella di non citare da parte del PD i compagni di percorso. Noi quelle timidezze dobbiamo provare ad infrangerle, con l’unico modo possibile che conosciamo: la politica.
In questo senso condivido i quattro punti programmatici avanzati dal Segretario Speranza da proporre in Assemblea Costituente. Per noi la costituente dev’essere il luogo dove avanzare il nostro punto di vista sul mondo: la critica al capitalismo, la questione morale come vangelo, l’idea di partito inteso come comunità democratica, la necessità del rinnovamento nei volti e nel nome della nuova formazione politica perché è necessario scrollarsi di dosso le scorie degli errori del passato. Ma è anche il luogo dove portare la voce delle tante compagne e dei tanti compagni che abbiamo incontrato in questi anni e che ci hanno sempre dimostrato la delusione di non potersi riconoscere nei partiti attuali del centro-sinistra, ma anche la voglia mai doma di continuare a lottare.
Su queste cose non dobbiamo dare quartiere, per farlo, nazionalmente e localmente, dobbiamo tessere alleanze. Su queste cose vogliamo che i candidati alla segreteria diano risposte chiare.
Ma come gruppo dirigente dobbiamo anche dire con nettezza che il giorno dopo le primarie se il percorso costituente non sarà completo e soddisfacente la comunità di Articolo Uno non si scioglierà e che nessuno sui territori verrà lasciato in balia delle correnti che già si fanno guerra.
Ci crediamo a questo percorso, ci crediamo talmente tanto da volerlo tener vivo fino a quando non si realizzerà davvero.
La Costituente, La Sinistra, Politica Interna,
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