Sinistra Italiana diventa concreta. Si moltiplicano gli incontri, ci si confronta dal vivo, si raccolgono i sentimenti e le necessità.
In Abruzzo il processo prende vita con forza ed entusiasmo, nell’ultima settimana tutti gli aderenti si sono incontrati dando vita ad un’assemblea regionale partecipata ed intensa che ha eletto un un comitato promotore.
Quando parte una nuova avventura politica è fondamentale non sbagliare i primi passi ed in questo senso dobbiamo rimanere tutti con le orecchie aperte, senza presunzioni e dire la nostra, perchè se si sbaglia il primo passo è facile cadere lungo il cammino.
Lo spazio politico per la sinistra esiste, la mutazione genetica del PD, l’ambiguità del movimento 5 stelle su temi decisivi ci consegnano un popolo senza più riferimenti politici: il nostro popolo. Parliamo di persone che affrontano i problemi reali, riassumibili nella generalizzata precarietà della vita di molti. Un popolo quindi che ha urgente bisogno di un sponda politica in grado di rappresentare i suoi interessi, di organizzarlo e di combattere per e con esso.
Ma l’enunciazione non basta, bisogna lavorare alacremente per la costruzione del nuovo partito, Sinistra Italiana, tenendo bene in mente alcune necessità di fondo. Rinnovamento: non è una questione anagrafica, va da sé che non parliamo della rottamazione renziana: tutt’altro, è una questione di credibilità. Non possono essere le stesse persone che hanno accumulato 20 anni di sconfitte ed errori politici a rappresentare un ‘partito nuovo che ambisce a governare il Paese. Dico partito e non altre forme più o meno liquide di organizzarsi non a caso.
Ambizione di governo: significa essere in grado di sviluppare un programma di governo che sia realizzabile che parli ai soggetti di cui sopra e che sia comprensibile . Cambiare vocabolario ed allargare la platea degli interlocutori includendo tutto quel mondo che va dalle partite iva ai piccoli imprenditori. Significa anche autonomia: piuttosto che misurare i centimetri che ci separano dal Partito Democratico dovremmo essere in grado di avere ben tracciata la nostra strada e solo dopo, con coraggio e serietà, sulla base dei nostri punti programmatici, decidere luogo per luogo se ci sono le condizioni per realizzare le nostre proposte o meno.
Organizzazione: questo programma va diffuso, vanno costruite campagne, aperte vertenze e combattute battaglie capillari. Organizzazione intesa sia nel suo senso classico di radicalizzazione territoriale sia di capacità di creare spazi democratici dentro i quali discutere, e in questo quadro il supporto della rete è fondamentale, ma a patto che rimanga un supporto e non paradossalmente l’unico strumento di dibattito e decisione.
Si tratta in definitiva di riappropriarsi di una cultura politica che un tempo apparteneva alla sinistra, ben descritta da Simone Oggionni nel suo libro prendendo in prestito le parole di Ingrao:
“Il terreno della cultura politica è quello di un reticolo di pensieri, di suggestioni, di orizzonti, di esperienze. Che è anche l’impegno a immaginare – con Ingrao – l’impossibile, a oltrepassare il limite del già pensato, del già sperimentato.”
La Sinistra, Politica Interna,
di:
La Sinistra, Politica Interna,
di: Franco Astengo,
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