I sindacati italiani si oppongono alle delocalizzazioni dei call-center dall’Italia all’Albania.
Tuttavia, le delocalizzazioni da un paese ad alto reddito come l’Italia a un paese a medio reddito come l’Albania contrastano le diseguaglianze globali. Se partiamo dall’idea che tutti gli esseri umani debbano avere accesso alla stessa quota delle ricchezze planetarie, senza che alcuni umani siano molto ricchi e altri molto poveri come avviene nel 2016, allora delocalizzazioni di questo tipo vanno elogiate perché trasferiscono reddito da chi ha di più (gli italiani) a chi ha meno (gli albanesi). Nel 2015, il reddito medio per abitante degli italiani era US$ 29867, mentre gli albanesi dovevano accontentarsi di US$ 3945 (fonte: Fondo Monetario Internazionale). In altre parole, le delocalizzazioni dall’Italia all’Albania tolgono reddito ai ricchi per darlo ai poveri. I sindacati propongono una legge che contrasti le delocalizzazioni, ma se vogliamo aumentare l’eguaglianza fra gli umani dobbiamo invece spingere per una legge che le agevoli.
Anche se ci poniamo come obiettivo quello di incrementare il benessere aggregato dell’umanità giungiamo alla conclusione che quegli stipendi devono andare in Albania. Gli albanesi hanno infatti più bisogno di quei redditi da lavoro di quanto non ne abbiano gli italiani, che possono tollerare meglio la disoccupazione perché più dotati degli albanesi di patrimoni, risparmi, familiari che possono fornire un aiuto finanziario efficace, eccetera. Questo è vero anche se si tiene conto del fatto che il volume totale dei redditi da lavoro erogati in Albania sarà minore di quello attualmente erogato in Italia, con conseguente risparmio per le aziende appaltanti. Infatti somme anche poco consistenti possono generare moltissimo benessere in Albania, alleviando situazioni di povertà grave.
La posizione dei sindacati italiani in questo caso è anti-egualitaria e nazionalista, mette il “noi” davanti al “loro”, viola il precetto evangelico di amare il proprio prossimo come sé stessi. Chi vuole difendere l’uguaglianza fra gli esseri umani o promuovere il benessere aggregato dell’umanità deve opporsi a questa linea dei sindacati italiani.
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di: Franco Astengo,
La Sinistra, Politica Interna, Società,