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Come è andata a ‘Human Factor’

Un breve resoconto della tre giorni organizzata da Sel per rilanciare il progetto di una sinistra unita in Italia

Quello appena trascorso è stato un week-end cruciale per la sinistra europea e, si spera, italiana. Per provare a raccontarlo senza appiattire la sua intrigante vivacità e complessità, proveremo a fissarlo in una foto di gruppo.

La location della foto è sicuramente l’Europa mediterranea: Spagna, Italia, Grecia. Si immagini di guardare la foto frontalmente, sulla sinistra c’è Barcellona, dove il 23 e 24 si è tenuto il Forum del Sud d’Europa; sulla destra c’è Atene e la Grecia dove si sono svolte le elezioni che hanno consacrato Tsipras nuovo presidente; al centro Milano, dove c’è stato “Human Factor”, la 3 giorni voluta da Vendola. Il filo conduttore dei 3 accadimenti è stata l’opposizione e soprattutto l’alternativa, da sinistra, alle politiche d’austerità, dunque alla cosiddetta Troika e alla Merkel.

A Barcellona si sono incontrati partiti, movimenti, sindacati e attivisti a vario titolo approvando alla fine la “Dichiarazione di Barcellona”, un documento in 10 punti in cui si sancisce un’unità di intenti della sinistra a livello internazionale nel combattere il modello europeo vigente, nonché i passi da percorre insieme per farlo. In Grecia ha vinto Siryza, una novità assoluta nel nostro continente, poiché partito di “sinistra radicale” ora maggioranza di governo, che proverà a governare senza rispettare gli accordi presi precedentemente con gli istituti internazionali. A Milano “Sinistra, Ecologia e Libertà” ha organizzato un meeting di elaborazione e proposta politica volto ad aggregare le diverse sinistre presenti oggi nel nostro paese per farne soggetto unico e di peso elettorale consistente, considerate anche le nuove strade intraprese dal PD.

La manifestazione è stata un successo, sia per relatori aderenti che per partecipanti, segno che ha rappresentato qualcosa di cui forse in molti sentivano il bisogno. “Sono stati dei giorni senza rancore e senza depressione” ha detto Vendola c’è da crederci. Il Venerdì è stato dedicato all’analisi del momento storico in cui viviamo. Protagonisti, tra gli altri, sono stati intellettuali come Brancaccio, Rampini, Daverio, Lerner, Lucarelli, Cacciari. Sabato invece 47 tavoli tematici hanno accolto circa 2500 iscritti che si sono confrontati praticamente su tutti i temi che interrogano il mondo della sinistra. Domenica c’è stata la seduta plenaria, in cui i leader hanno detto, o lasciato intendere, ciascuno quel che vogliono fare. È questo precisamente il soggetto della nostra foto di gruppo.

Facendo caso a dove guardavano i vari esponenti che si sono alternati sul palco nel momento in cui sono stati immortalati da questa foto immaginaria, è possibile tentare una ricomposizione del mosaico di questi giorni e provare a capire quale direzione potrebbe prendere questo nuovo soggetto della sinistra. Si pensi a quelle foto di gruppo in cui i fotografi sono più di uno, tutti chiamano le persone in posa e alla fine ognuno sceglie l’obiettivo a cui guardare (si legga la parola “obiettivo” in maniera volutamente ambivalente, quello della macchina fotografica, e quello da raggiungere con il proprio lavoro). Se allora la location della nostra istantanea è l’Europa del Sud, elementi della scenografia sono stati i temi da tutti i protagonisti toccati nei loro discorsi, ovvero: (1) l’unità della sinistra ma evitando fusioni a freddo o semplici sommatorie, (2) l’essere alternativa netta al liberismo, (3) fine del leaderismo e dell’attesa di uomini della provvidenza, (4) stop a posizioni minoritarie e di testimonianza.

Su uno sfondo del genere Simone Oggionni e Claudio Riccio, esponenti rispettivamente dei movimenti “Sinitra Lavoro” e “Act” hanno guardato alla “maggioranza invisibile”, nel senso di quella descritta nel libro di Ferragina, che una sinistra degna di questo nome dovrebbe rappresentare. Pisapia ha guardato alla minoranza PD. Paola Natalicchio, sindaco di Molfetta, reduce della “primavera pugliese”, ora in pieno autunno, ha guardato a Sel e a una sua auspicabile metamorfosi (“la chiusura delle fabbriche è stata una stronzata”, “il partito è stato smontato pezzo pezzo”, “[cari minoranza PD] non possiamo restare visconti dimezzati di una sinistra che non nasce mai”, 90 minuti di applausi, per citare Fantozzi, come Cuperlo). Ferrero ha finalmente guardato alla “sinistra di governo” (non nel senso di alleanze col PD) e non ha mai detto “comunisti”. Poi Fassina e Civati che in sostanza sperano di rifare “Italia Bene Comune”. Civati ha guardato uno del pubblico che gli faceva segno di andarsene (dal PD) e ha subito rassicurato “non me ne vado dal PD”, mai più chiaro di così. Fratoianni, col G8 di Genova nel cuore, ha guardato ai movimenti facendo intendere che se si fanno le cose serie Sel potrebbe anche non avere più senso.

Infine Vendola, al centro della nostra foto, che mentre era in posa ha dato la gomitata a Rifondazione compiacendosi del loro nuovo intento di essere sinistra di governo, era ora. Poi ha fatto una panoramica degli obiettivi e quindi la sua proposta. Sel per adesso non si scioglie, ma, come tutti sono chiamati a fare, è disposta a cedere sovranità. “Human factor” non è stato un fatto isolato, adesso nasca un coordinamento, da cui i leader restano fuori, per decidere entro febbraio campagne nazionali da portare avanti tutti insieme. In primavera ci si ritrova per fare il punto. Per strutturarsi sul territorio si dia vita alle “Camere dei diritti” (occhiolino a Rodotà?), una sorta di “Fabbriche di Nichi” a livello nazionale e non intestate a nessuno, in cui è consentita e anzi auspicata la doppia militanza, e attraverso le quali ricucire il rapporto nella sinistra e fra questa e la società.

A questo punto il quadro è completo. Con Podemos da un lato, Siryza dall’altro, la necessità di un’asse mediterraneo antiausterità, i tempi sono stretti. Certo alcuni nodi da sciogliere restano, non sono pochi né di poca importanza, ma, sinceramente, ci sono altre possibilità?

andrea colasuonno

Andrea Colasuonno nasce ad Andria il 17/06/1984. Nel 2010 si laurea in filosofia all'Università Statale di Milano con una tesi su Albert Camus e il pensiero meridiano. Negli ultimi anni ha vissuto in Palestina per un progetto di servizio civile all'estero, e in Belgio dove ha insegnato grazie a un progetto dell'Unione Europea. Suoi articoli sono apparsi su Nena News, Lo Straniero, Politica & Società, Esseblog, Rivista di politica, Bocche Scucite, Ragion Pratica, Nuovo Meridionalismo.

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