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La magia della vita e l’amore di una coppia

Nessuna donna può definirsi libera se non possiede e controlla il proprio corpo. (Margaret Sanger)

di: carlotta sorrentino,

3 Marzo 2016

Categorie: Diritti, Società

Molte sono le parole spese in questi giorni su quanto accaduto a Nichi Vendola ed al suo compagno. Molte ancora se ne potrebbero spendere, molte altre forse varrebbe la pena di tenersele per se.

Francamente avevo deciso di astenermi dalle polemiche e limitarmi a considerazioni puramente personali.

Nelle scorse ore, però, avendo a disposizione più tempo del solito, girovagando per la rete, mi è saltato agli occhi come il dibattito sia, per usare un eufemismo, veramente sceso sotto il livello di guardia.

La prima cosa da notare è la diffusa e trasversale ignorantia, ovvero la non conoscenza.

La seconda cosa, e forse anche quella che mi ha ferito maggiormente, è la violenza verbale e l’uso dell’offesa come costante nel dibattito pubblico.

Non è certo questo il primo tema su cui gli animi si sono infiammati, ma forse è il Tema per cui siamo tutti e tutte più suscettibili, perché coinvolge quella sfera intima e personale che dovrebbe accomunarci, anziché dividerci.

Il desiderio di essere genitore, così come la nascita di un figlio rappresentano per molti la realizzazione di una parte del percorso della vita. Colpire qualcuno a causa di questo suo desiderio e, ancor di più, nel momento della sua realizzazione, è uno degli atti più biechi ed ignobili che si possano compiere.

Fin qui lo sfogo, ora proviamo a mettere in ordine le idee e porre all’attenzione di quanti e quante vorranno leggere questo contributo, alcuni elementi che, spero, possano contribuire alla riflessione e all’analisi di quanto sta accadendo.

Partiamo dall’inizio: la maternità surrogata.

Innanzitutto, mi preme dire che mi trovo d’accordo con Michela Murgia, la quale sottolinea come sia più opportuno parlare di gravidanza surrogata, in quanto il concetto di maternità attiene ad una sfera altra che presuppone una consapevolezza ed un’accettazione di un ruolo che non si limita ai nove mesi di gestazione. Per essere madre non bastano 9 mesi.

Poi è bene fare chiarezza su alcuni punti in materia legislativa. Proviamo a capire meglio alcune ordinamenti di Stati dove questa pratica è accettata e regolamentata. Direi che è opportuno soffermarsi in prima istanza su quella del Canada. Per prima cosa è bene far notare a qualcuno che in Canada la pratica della gravidanza surrogata è ammessa solo in forma altruistica. E a questo proposito consentitemi una piccola battuta: se decidessi di fare da “balia” al bambino di una mia amica che non può allattare, qualcuno parlerebbe mai di mercificazione del latte materno oppure, ancora peggio, di “seno in affitto” ? Eppure è bene dire che forse uno dei momenti dove tra la madre ed il bambino si crea quella speciale magia è proprio quello dell’allattamento.

Altro Stato dove la gravidanza surrogata è regolamentata per legge è il Regno Unito, dove il rapporto economico tra i futuri genitori e la gestante è ammesso solo nella misura del pagamento delle procedure mediche e assistenziali.

Alcuni dei paesi dove forse la legislazione su questa materia è meno restrittiva sono India, Ucraina e Russia, paesi in cui questa pratica è ammessa anche con fini commerciali, ovvero dietro compenso in denaro. Guarda caso paesi dove il numero di persone costrette a vivere sotto la soglia di povertà è molto alto, quindi in questi casi sarebbe giusto pensare che sia una forma di mercificazione del corpo della donna. Ma allora mi chiedo e, come al solito, vi chiedo, quelle coppie che non potendo avere figli ricorrono all’adozione internazionale cosa mercificano? Il dolore dei bambini e delle bambine o magari il loro sacrosanto desiderio di avere una famiglia tutta per loro? E già perché, forse non tutti sanno che anche l’adozione, specie quella internazionale, ha un costo, e certamente non esiguo, ma che si aggira, a seconda dei casi e della durata del procedimento, su un ordine di grandezza di svariate decine di migliaia di euro.

E qui torna a farsi spazio prepotentemente un altro aspetto del dibattito: la mercificazione del corpo della donna. Il capitale che mercifica qualsiasi cosa, anche i corpi. La fruibilità di un diritto solo per le classi più agiate. Figuratevi se non sono considerazioni che condivido, come potrei non condividerle. Ed è proprio perchè ci credo profondamente che penso sia un dovere di ognuno di noi battersi perché i diritti e gli spazi di libertà siano accessibili a tutti gli individui, uomini e donne, bambini e bambine. Proprio per questo credo indispensabile un ripensamento della legge sulle adozioni; così come proprio per questo sento la necessità che la pratica della gravidanza surrogata sia regolamentata da una legge; ed è esattamente per questo che sento l’urgenza che la 194 (la legge sulla interruzione volontaria di gravidanza) sia difesa, perché purtroppo uno spazio di libertà od un diritto conquistati non lo sono per sempre. Perchè, per amore di chiarezza, quello che si verifica ad oggi è che chi può permetterselo ricorre alle cliniche private per abortire, mentre chi invece non ha i mezzi finanziari che glielo consentono, abortisce da sola, nel bagno di una corsia di un ospedale pubblico, perché i medici in turno, magari, sono tutti obiettori.

Per chiudere questo mio contributo alla discussione, pregherei tutti e tutte, qualunque religione professino, a qualunque schieramento politico appartengano, di non riempirsi la bocca di parole, di non entrare nel merito di scelte che non sono le loro, in nome del privato che diventa pubblico o, ancora peggio, di una forzata rilettura delle teorie marxiste.

Penso che nella Sinistra che noi tutti vorremmo, in quella Sinistra che da anni aspettiamo e che vorremmo contribuire a costruire, non ci sia più spazio per discussioni che ricordano terribilmente il passato, discussioni che inevitabilmente ci riconducono alla solita bagarre tra diritti di serie a e diritti di serie b oppure alla triste pratica per cui si lasciano indietro battaglie, perché liquidate come “appannaggio della borghesia radical chic”. In un mondo dove la violenza, la morte e la guerra sono ormai parte del nostro quotidiano, la vita e quella piccola magia che ogni bambino o bambina compie venendo al mondo, l’amore di una coppia che lo o la accoglie, non possono essere considerati un privilegio borghese.

Benvenuto piccolo Tobia e Buona Vita!

carlotta sorrentino

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