“Le stelle cadendo cercano il tuo volto,
cadendo 20mila leghe sotto il mare Adriatico,
cadendo dopo gli ultimi anni di scioperi senza nessun risultato…
E’ solo un momento di crisi di passaggio, che io e il mondo stiamo attraversando…
E’ solo un momento di crisi di passaggio, che io e il mondo stiamo superando…”.
Quando entro nell’Atlantico di Roma, è la canzone “I Destini Generali” di Vasco Brondi ad aleggiare in sala. Una sala frizzante, febbricitante.
“È impossibile vincere le grandi scommesse della vita senza correre dei rischi, e le più grandi scommesse sono quelle relative alla casa e alla famiglia”, disse Theodore Roosevelt.
Ebbene, in questo 3 Dicembre 2017 siamo tutte e tutti qui per una scommessa: “Una Nuova Proposta” attraverso cui offrire una nuova casa politica a chi non si sente più rappresentato.
Prendo posto, accanto a me ci sono persone provenienti da tutta Italia. E’ la mia prima Assemblea nazionale.
Luca Telese, giornalista de La7, sale sul palco per dare inizio ai lavori.
Il primo a parlare è il sindaco di Cerveteri, il ricercatore trentacinquenne Alessio Pascucci, ideatore della rete “Italia in Comune” ove sindache e sindaci aderenti si confrontano con un unico obiettivo: migliorare le condizioni dei propri cittadini e dei territori in cui vivono.
Tempo addietro gli hanno offerto quasi 400.000 euro (375.000, per la precisione) affinché mutasse la destinazione d’uso di un suolo nella città da lui amministrata. Lui ha risposto ‘picche’ e così ha subìto intimidazioni e minacce.
Tante le voci femminili sul palco: la VicePresidente di “Libera” (l’associazione contro le mafie fondata da Luigi Ciotti) Daniela Marcone, la Presidente dell’ARCI Francesca Chiavacci e quella di Legambiente Rossella Muroni, la ricercatrice del CNR Marzia Codella.
Particolarmente toccante è il contributo della dipendente in cassa integrazione della Melegatti Laura Tarantino. La produzione è ferma dalla scorsa estate, ma da allora e volontariamente, tutti i giorni Maestre e Maestri pasticcieri si recano nello stabilimento per tener vivo il “lievito madre”, l’elemento senza il quale non potrebbe ripartire la produzione dolciaria della ditta in questione.
Simone Siliani, Direttore della Fondazione di Finanza Etica, ci ricorda mestamente un dato sconcertante: “Durante i dieci anni della più grave crisi economica del dopoguerra c’è chi s’è comunque arricchito. E tanto. Ora l’1% della popolazione mondiale detiene il 50% della ricchezza totale!“.
C’è anche Pietro Bartolo, medico in servizio presso l’isola di Lampedusa. Sostenitore dell’accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo nonché della necessità dei corridoi umanitari contro la tratta degli esseri umani, dal 1992 presta soccorso e visita chi sbarca nella sua isola. “Qui mi sento a casa”, ha detto, con voce tremante. Bartolo ha preso parte al docufilm Fuocoammare di Gianfranco Rosi, vincitore del Festival di Berlino nonché candidato nella categoria “Miglior Documentario” agli Oscar 2017, incentrato sul dramma dei migranti.
“Non siamo in grado di far rispettare neppure il più basilare dei diritti umani. Il diritto alla vita. Secondo qualcuno ‘grazie’ a questo accordo con la Libia c’è stata una drastica riduzione, pari al 40%, degli arrivi. Ci devono spiegare però questo 40% che fine fa… Noi lo sappiamo. Quei ragazzi disperati vengono schiavizzati, torturati, stuprati… Abbiamo visto anche ragazzini scuoiati… E’ inaccettabile. Confido in questo nuovo soggetto politico, nelle persone, nelle idee, nei programmi. Spero si possa mettere fine a questa brutta e vergognosa pagina della storia dell’umanità“.
Tante storie, tanti contributi importanti. Le voci della società civile si alternano a quelle dei cosiddetti “tre tenori”, i tre portavoce dei partiti uniti in questo percorso comune. Il primo dei tre a prendere parola è il leader di ‘Possibile’, Pippo Civati.
“Non vogliamo soltanto mettere insieme la sinistra, impresa titanica mai riuscita… Il nostro progetto è cambiare l’Italia, la sua politica, i suoi rapporti di potere. Renzi e Berlusconi sono facce della stessa medaglia, sono l’uno il Crozza dell’altro. Le promesse da Berlusconi vengono realizzate da Renzi… Alcuni stanno allestendo coalizioni da incubo, in cui c’è dentro tutto”.
Il riferimento a Giuliano Pisapia, fondatore di ‘Campo Progressista‘, è palese. Da sempre sostenitore dello Ius Soli e dell’introduzione della patrimoniale, l’ex sindaco milanese disse inoltre: “Mai con Alfano“. Ed ecco dunque l’affondo finale, pungente e sarcastico: “E allora perché vai con Alfano, con chi non vuole lo Ius Soli, con chi si sente male sentendo la parola ‘Patrimoniale’? Giuliano, ma dove ‘campo’ vai?“. E giù gli applausi.
Per il Segretario di ‘Sinistra Italiana’ Nicola Fratoianni questo “è stato un viaggio lungo, il viaggio di chi ha percorso strade diverse, ma sente un’urgenza: dobbiamo tornare a interpretare il mondo e costruire un orientamento, ribadendo fedeltà agli oppressi e coltivando il pensiero critico per dare corpo a un’alternativa credibile, vivace, vera.
In questi anni si è stravolto il senso delle parole, la diseguaglianza è andata crescendo a ritmi impressionanti: la Sinistra ha perso la forza delle parole”.
Aggiunge poi: “Occorre invertire la rotta. Durante la crisi non è andata per tutti allo stesso modo, la grande maggioranza ha visto perdere redditi e salario e una piccola minoranza ha visto crescere i propri privilegi. Noi dobbiamo parlare ai molti e non ai pochi.
Da questa Assemblea chiediamo subito la cancellazione dei vergognosi accordi di Minniti con la Libia se non vogliamo quella bancarotta dell’umanità di cui ha parlato anche il Papa“.
Roberto Speranza, Coordinatore nazionale di “Articolo 1 MDP“, esordisce così: “NOI SIAMO QUELLI DELLA COSTITUZIONE ANTIFASCISTA. Noi siamo quelli del 4 Dicembre. C’è chi ha dimenticato la lezione di quel giorno e presto ne avrà un’altra.
Siamo quelli della giustizia sociale, della scuola e dell’Università pubblica, della sanità universale e della progressività fiscale.
Vogliamo dar voce alle tante nuove insicurezze sociali, perché tanti sono gli insicuri… Giovani avvocati, giovani ingegneri, giovani con partite Iva. Ci dobbiamo aprire anche a loro.
Serve una nuova radicalità, cambiare davvero. Se qualcuno pensa a stampelle o ‘liste civetta’ guardi da un’altra parte perché qui non siamo interessati: faremo un soggetto politico grande”.
Ovazione da parte degli astanti. Lui si ferma, sorride, si prende tutto il calore dell’Atlantico. Si rivolge infine a Pietro Grasso: “Io ho 38 anni, ma la mia generazione è legata alla tua da un filo: molti della mia età hanno iniziato l’impegno civico e politico nelle giornate successive agli attentati a Falcone e Borsellino e io oggi sono orgoglioso che tu sia qui con noi, e il fatto che tu lo sia, ci dice che siamo dalla parte giusta”.
Per la chiusura del suo intervento sceglie un verso del poeta lucano Rocco Scotellaro: “Lungo il perire dei tempi… L’alba è nuova, è nuova“. Applausi a scena aperta.
Sono quasi le tredici. Ci siamo. Telese chiama sul palco “quel ragazzo di sinistra” seduto in prima fila, nato a Licata, in provincia di Agrigento, il 1° Gennaio 1945.
Viene evocata la sua giovinezza, vengono ricordati i suoi primi passi nel mondo della magistratura (intervistato da Fabio Fazio durante la trasmissione ‘Che Tempo che fa’, dichiarò: «La mia prima percezione [della Mafia] è stata sin da ragazzo. Vedere immagini di cadaveri per terra in una pozza di sangue… Avevo qualcosa come dodici anni. La cosa terribile era il non capire il perché avveniva tutta questa violenza e, quindi, questa spinta a cercare di capire che fin da ragazzo mi ha poi portato verso questa professione. […] Da piccolo avevo già le mie idee ben precise […] In uno di quei temi “Cosa farai da grande” già avevo scritto che volevo fare il magistrato. Questo perché avevo visto un magistrato, in una foto, fare un sopralluogo su uno di questi efferati omicidi ed era lì per cercare di capire e di dare delle risposte. Allora mi sembrava potesse avere un’utilità sociale. Prima, però, volevo capire io»).
Non appena l’ex capo della Procura Nazionale Antimafia varca la soglia del palco, diventa ancor più evidente a chiunque quanto la sua presenza sia autorevole e quanto la sua credibilità come uomo e come magistrato da sempre al servizio delle Istituzioni sia la migliore garanzia per tutte e tutti.
L’emozione, nostra e sua, è palpabile.
“Dare le dimissioni dal gruppo Pd è stata una scelta politica e anche personale, frutto di un’esigenza interiore.
Ho ricevuto tante telefonate, mi hanno offerto incarichi e chiesto di fermarmi un giro, mi hanno chiesto di fare la riserva della Repubblica: mi dispiace, questi calcoli non fanno per me”, ha esclamato fiero.
“Essere Presidente del Senato è un onore incredibile. Sin dall’inizio ho rivendicato il diritto di parola. L’imparzialità non prevede la rinuncia alle proprie idee politiche.
Non aspettatevi da me, neanche in campagna elettorale, fiumi di parole. Altri sono bravissimi in questo, suggestionano con le parole.
Io parlerò di cose concrete: noi faremo proposte serie. Non può avere successo un uomo solo al comando circondato da tanti ‘yes men’ e io non voglio esserlo.
Ora occorre un lavoro paziente, lungo e appassionato che non si esaurirà il giorno delle Elezioni, ma continuerà per una comunità coesa e solidale.
Ho scelto ottimi compagni di viaggio, ma tanti altri arriveranno. Il nostro progetto è aperto e accogliente”.
L’invito è per Pisapia e per i civici del Brancaccio, Anna Falcone e Tomaso Montanari.
“Costruiremo una nuova alleanza tra cittadinanza attiva, sindacati, forze intermedie. C’è un’onda nera a partire dalle periferie delle nostre città. Lì dobbiamo tornare, da lì dobbiamo ripartire.
In questo momento deve prevalere lo spirito di servizio, la volontà di partecipare a qualcosa più grande di noi, la generosità di parlare a un pezzo di Paese deluso.
Il nostro è un progetto più grande di come finora lo hanno raccontato e se ne accorgeranno presto.
In questi mesi ho incontrato tante persone con la testa china, rassegnate agli scandali, che non credono più alle istituzioni e ai partiti. Il nostro compito è far alzare la testa a questi cittadini.
Il nostro popolo, sfiduciato, si è sempre più spesso visto costretto a rifugiarsi nell’astensionismo o ad abbandonarsi al voto di protesta.
Oggi è questa la nostra grande sfida: una forza politica che combatta le disuguaglianze sociali, che lotti al fianco dei più deboli e che riporti il nostro popolo a votare convinto. Questo sarà l’unico voto utile! Ricordo ancora l’emozione del mio primo voto e vorrei che la provassero tanti ragazzi la prossima primavera”.
E ancora: “Vogliamo rimuovere gli ostacoli economici e sociali che, limitando la piena uguaglianza dei cittadini, impediscono la partecipazione di tutti al Paese. Questo è il nostro Articolo 3“.
Parte un convinto applauso e il Presidente, particolarmente compiaciuto, nota: “La Costituzione ha ancora dei fans: mi fa piacere!”.
Il riferimento al bellissimo Articolo 3 della nostra Costituzione è il leitmotiv della sua riflessione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
L’Articolo in questione prosegue così: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Torno ad ascoltarlo.
“Servono un welfare capace di prendersi cura delle fragilità e una tassazione progressiva”, continua. “I bonus passano, ma i figli restano”. La critica velata per il Segretario del PD Matteo Renzi è servita.
“Fare politica è un onore, non una vergogna. Lottiamo affinché si abbandoni la cultura dell’arroganza e della furbizia e si abbracci quella dell’inclusione e della partecipazione.
Usiamo l’impegno per scuotere l’Italia dal torpore: facciamolo non lasciando indietro nessuno, ma costruendo con l’ottimismo di gramsciana memoria un progetto visionario.
Tocca a noi offrire una nuova casa a chi non si sente rappresentato, difendere principi e valori su lavoro, scuola, diritti e doveri. Tasse più giuste e progressive, una vera parità di genere. Per tutto questo… IO CI SONO!”
L’Atlantico esplode in un fragoroso applauso.
L’intervento è giunto alla sua conclusione. Lo sento, lo percepisco dal modo in cui inspira prima dell’ultima frase.
“Ci batteremo perché tutti siano liberi e uguali.. Liberi e uguali.. LIBERI E UGUALI!”, urla infine, scandendo il nome del nuovo movimento tre volte.
Un altro lunghissimo applauso lo investe, avvolgendolo e lasciandolo senza fiato. La mano destra del Presidente si avvicina al petto. La appoggia qualche istante sul cuore. Si commuove.
Standing ovation. Tutti in piedi, entusiasti. Gli occhi lucidi del “ragazzo di sinistra” vagano per la sala, incontrando altri occhi benevoli, gli occhi del suo popolo.
Dalle casse si diffonde una canzone perfetta per questa giornata. Il titolo è: “Dedicato a chi” di Lelio Morra.
“Dedicato a chi non ha mai smesso di combattere, a chi ha un obiettivo da raggiungere, a chi non ha paura mai di vivere… Dedicato a noi che siamo pronti per cambiare il mondo; noi che siamo ancora in grado di sognare; noi che abbiamo tutto quanto da vivere”.
Il primo verso della canzone recita: “Niente dà Libertà più di essere se stessi“. Ed è proprio vero. Mi lascio permeare da questa bellissima atmosfera. Energia pura.
Cosa significa collocarsi, politicamente, ‘a Sinistra’?
Significa avere a cuore i più deboli, difenderli e lottare per loro. Significa credere nell’equità sociale. Nei valori della Solidarietà, della Compassione, dell’Empatia.
Significa essere contro le ingiustizie.
Sostenere i Diritti Civili.
Promulgare la Cultura.
Battersi per i diritti umani laddove essi vengono violati nonché per il diritto all’istruzione e alla salute.
Significa diffondere l’amore e il rispetto per l’ambiente.
Ripudiare la guerra.
Credere nella democrazia.
Politicamente parlando, non potrei essere in nessun altro posto. Perché “Casa è dove si trova il Cuore”, disse Plinio il Vecchio. E il mio Cuore, da sempre, batte a Sinistra.
di: Emilio Russo,
La Sinistra, Politica Interna,