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Marx, Feuerbach e la Sinistra

Una riflessione sull'odierna Sinistra prendendo spunto dalle riflessioni di Marx contenute nelle sue 'Tesi su Feuerbach'

di: Daniela Mastracci,

16 Dicembre 2016

Categorie: Cultura, Filosofia Politica

 “I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo, ma si tratta di trasformarlo.” (Tesi XI)

 

Dove è finita l’undicesima tesi su Feuerbach elaborata da Marx? Lo chiederei alla Sinistra che non nasce; che non fa che autoanalizzarsi; si guarda e si riguarda. Soffre del complesso di Narciso? Si analizza, si autointerpreta. E poi forse, con un piccolo passo in avanti, timidamente, quasi ritrosa, si descrive, ma rispetto al suo dover-essere. Ma resta un dover-essere che non è, mai! Un anelito, un vago futurus est, ma ancora non mai piattaforma di programma, con chiari VALORI e chiari OBIETTIVI.
Forza Sinistra! Esci dal tuo guscio, fatti vedere. Ricordati chi sei. Ricorda che nasci per EMANCIPARE gli sfruttati.

 

Tu nasci per dichiarare forte il diritto di essere uguali e per far ciò devi lavorare per eliminare le diseguaglianze. Nasci per riconoscere uomini e donne lavoratori e lavoratrici: che vivano in condizioni dignitose e libere dal bisogno. Nasci per togliere i vincoli che negano parità di diritti. Se sei una forza emancipatrice devi emergere da un letargo che ti vede dormiente da troppo tempo. Coloro che soffrono la crisi te lo chiedono a gran voce, e per questo hanno detto NO ad una riforma scellerata, che toglie partecipazione e così facendo non dà voce proprio a chi sta peggio. Chi non possiede i mezzi per rendersi visibile e affermare i propri bisogni e anche i propri valori.
La diseguaglianza è cresciuta esponenzialmente e tu lo vedi tutto ciò? Ma bada bene, io non parlo a quella pseudo sinistra di governo: quella ha ceduto di fronte alla mortifera terza via di Tony Blair; ha soppiantato le politiche keynesiane con le politiche della scuola di Chicago: in altre parole ha trasformato se stessa in una politica di attuazione dei principi neoliberisti. Questo ha fatto e perciò non è Sinistra. Che se lo ricordino i suoi esponenti e non ci illudano più. Ha perso la sua stella polare. E perciò io parlo a tutta un’altra Sinistra: quella che si distingue nettamente da tutto ciò e che ritrova la strada persa. Una sola strada: quella della eguaglianza; della redistribuzione dei redditi; quella che parla dando voce ai lavoratori.
E se è vero che oggi i lavoratori, proprio loro, votano a destra, Lega, 5stelle etc. a chi va la responsabilità? E se è vero che gli occupati sono sempre meno, e allora il disagio sociale ed economico sta dalla parte dei disoccupati, non perché questi non lavorano allora non sono anima della Sinistra: anzi! La sinistra deve rispondere, perché, se sono disoccupati:
1)Occorre guardare in piena faccia la delocalizzazione e la globalizzazione che ne è la teoria;
2)Occorre guardare a quei Paesi dove si delocalizza, e vederne la concreta realtà sindacale di fatto inesistente: quelle donne, quegli uomini, quei bambini lavorano con salari da fame perché non hanno diritti: dunque il capitale cresce laddove i diritti sono negati, dove non ci sono politiche sociali, rivendicazioni sindacali e men che meno partitiche;
3)Occorre guardare a noi, come effetto di ritorno: delocalizzazione vuol dire deindustrializzazione e perciò disoccupazione; vuol dire impoverimento; vuol dire razzismo e xenofobia quando gli immigrati vengono da noi, in cerca di un lavoro che nemmeno noi abbiamo più: vuol dire lotta tra gli ultimi; guerra tra poveri, come si dice;
4)Occorre osservare che i disoccupati non lavorano perché il lavoro non c’è, ma anche perché il lavoro E’ CAMBIATO. La tecnologia elimina velocemente il lavoro umano: dunque se di tecnologia non possiamo fare a meno, allora dobbiamo inventarci un nuovo modo di interpretare la disoccupazione e intervenire con redditi di cittadinanza (lascio stare ora la discussione che ovviamente nascerebbe su questo punto).

 

A chi venissero in mente altri interlocutori di una Sinistra finalmente ATTIVA partecipi a questa discussione. Ampliamo la platea e costruiamo. Perché alla fin fine l’appello alla Sinistra è appello a noi, che la destra non la vogliamo, e nella pseudo sinistra di governo non ci riconosciamo affatto.

 

Basta guardarsi nello specchio in una eterna riflessione. Occorre muoversi.

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