E’ giusto interrogarsi come hanno fatto Tonino Bucci, giornalista a lungo nella redazione di Liberazione e oggi docente di filosofia, e Giulio Di Donato, filosofo e giurista, chiedendo “Quale sinistra?” (Rogas edizioni, pp. 103, euro 11,90) potrebbe avere un suo ruolo in primo luogo in Italia, dove la crisi di identità sembra essere più marcata? Direi proprio di sì perché senza una sinistra non può che prevalere la barbarie, come ammoniva un secolo fa Rosa Luxemburg. E i due autori hanno esposto bene perché siamo arrivati ad un punto apparentemente di non ritorno e su come si potrebbe uscire da questa situazione di paralisi. Ed ecco che scopriamo che la condizione nella quale si sono ritrovati quei corpi intermedi, vero e proprio sale della democrazia, come “partiti, sindacati e giornali”, è di assoluta marginalità. E che il tramonto dei “grandi partiti di massa” ha svuotato completamente di significato la democrazia. Solo per dire due cose non proprio marginali. Per cambiare rotta Bucci e Di Donato propongono dunque il ritorno all’”animale politico”, allo “zôon politikòn”come diceva Aristotele, e a quei valori che prima nel tardo ‘800 e poi nel ‘900 hanno rivoluzionato il pianeta. Insomma non abbiamo soltanto un foglio di carta bianca tutto da riempire per riprendere il cammino dell’emancipazione dell’umanità da rinnovate catena. Basta guardare al passato, al socialismo tanto per essere chiari, per riprendere quello slancio verso un futuro di speranza. E per ridare “uno spazio comunitario” a quel variegato mondo dei più fragili che oggi non è più rappresentato da nessuno.
di: Franco Astengo,
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