In linea generale, anche se la cautela in una riflessione a freddo è d’obbligo, non possiamo certo dire che il quadro politico che scaturisce da questi ballottagi possa essere definito incoraggiante. Roma e Torino decretano la morte clinica del PD. I “medici legali”, rappresentati dal M5S, hanno stilato il certificato ufficiale. C’è un piccolo problema: la destra, laddove non si è affermata, ha dirottato i suoi voti sui “pentastellati”.
Il flusso dei voti parla chiaro. E’ conseguente il fatto che la vittoria e la progressione ulteriore del M5S non possa offrire alcun motivo di soddisfazione, anzi!
Se alla sconfitta del Partito Democratico avesse fatto seguito un altro genere di risultato, non saremo quì a parlarne in termini non certo ottimistici. Siamo però costretti a guardare in faccia la realtà. Fermarsi al solo dato rappresentato dalla parabola discendente del PD sarebbe davvero ben poca cosa viste le dinamiche che a questa hanno fatto seguito.
Napoli, unica gioia con De Magistris indiscusso mattatore. Tra le grandi città Milano “tiene” (e se tiene, un merito non possiamo darlo ad una parte della sinistra? …direi proprio di sì!).
Ad un centrodestra agguerrito come non mai è stato di fatto impedito di sfondare. L’attacco sferrato dalla Lega insieme alle destre (manifeste o camuffate che fossero) con l’aggiunta del non celato sostegno da parte di una “certa” Comunione e Liberazione, è stato sia pur di misura rispedito al mittente. E questo, che a qualcuno faccia o non faccia piacere, non può che essere un risultato da incorniciare!
Il momento di fare una riflessione seria e ponderata è arrivato. La sinistra in primis e le forze democratiche progressiste che tengono al futuro del paese, devono ripartire dalla consapevolezza che occorre un cambio di passo che prenda atto di un risultato non raggiunto. A farcelo notare sono gli stessi cittadini, lo evidenzia il dato proveniente da quelle realtà territoriali che hanno preferito cercare altri tipi di alternativa (e putroppo non certo migliore della vecchia realtà!). Occorre una vera riflessione, al contrario di chi aspettava solo che le amministrative finissero per non parlarne più. Troppo facile! Oggi dobbiamo parlarne eccome, e cercare di pensare con buonsenso e lungimiranza, così come è stato fatto a Sesto Fiorentino.
Non ci attacchiamo affatto agli specchi se con orgoglio alziamo la bandiera della vittoria sottolineando la splendida cavalcata di Lorenzo Falchi, neo Sindaco di questa comunità della Piana fiorentina, vero punto nevralgico di un Territorio dove gli interessi erano alti e gli appetiti ancora di più. Dove lo stesso PD è stata spazzato via senza alchimie o tatticismi politici. Lorenzo Falchi non aveva il sostegno di cento liste, e neppure ha giocato parlando il politichese al quale siamo assuefatti ormai da tempo: era sostenuto da Sinistra – Si Sinistra Italiana, con l’aggiunta di una sola lista civica sempre della sinistra. Si tratta di un risultato non nato dal caso ma frutto di un lavoro non improvvisato, progettato e reso trasparente agli stessi cittadini di Sesto che l’hanno vissuto attivamente e sostenuto fino alla conquista del sigillo che ha sancito questa splendida vittoria finale, indubbiamente schiacciante con il suo 65%!
Non capire che la realtà di Sesto e l’affermazione di Lorenzo sono un esempio da imitare, da vedere nell’ottica di un vero e proprio laboratorio politico in grado di traguardare la sinistra che vogliamo verso il futuro, sarebbe davvero miopia, o semplicemente pura follia.
La Sinistra, Politica Interna,
di: Franco Astengo,
La Sinistra, Politica Interna,
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