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La sinistra nella questione catalana

Diada 2017

L’11 settembre in Catalogna è un giorno intriso di memoria. Storicamente, l’intera regione ricordava con processioni religiosi la caduta della città di Barcellona durante le ultime operazioni militari della Guerra di Successione Spagnola avvenuta l’11 settembre 1714. Celebrata segretamente durante il franchismo, la Diada (in catalano, il grande giorno) ha col tempo perso la sua connotazione religiosa per acquisire quelle politiche. Infatti, entità e gruppi indipendentisti colgono oggi l’occasione per rivendicare l’indipendenza territoriale, politica ed economica della Catalogna.
 
La Diada di questo 2017 si fa particolarmente interessante in quanto precede di circa venti giorni il referendum consultativo che il governo catalano ha fortemente voluto.
 
Tra le numerose polemiche, spunta quella sulla sindaca di Barcellona Ada Colau, in quanto non desidera mettere a disposizione gli spazi comunali per lo svolgimento del referendum. Le ragioni di tale posizione non si trovano nell’avversione contro l’autodeterminazione del popolo catalano, bensì la paura di gravi ripercussioni sui dirigenti comunali e le cariche istituzionali. Il suo portavoce ha infatti dichiarato che “la volontà di partecipare e di mobilizzare è assoluta. Ma ripetiamo quello che abbiamo ripetuto più volte: non metteremo le istituzioni o i suoi responsabili in pericolo”. Questa decisione ha causato non pochi nervosismi all’interno della Generalitat e tra i difensori dell’indipendentismo catalano.
 
Nel frattempo, durante la cerimonia d’apertura della Diada a Santa Coloma de Gramenet, Ada Colau ha fortemente criticato il primo ministro Mariano Rajoy e la sua forte opposizione al processo referendario, insieme al partito Junts Pel Sí e “la sua fretta che lascia fuori metà della Catalogna”. Inoltre, dopo aver nuovamente spiegato le sue ragioni riguardo le urne, ha annunciato che appoggerà il referendum quando quest’ultimo sarà svolto nel rispetto delle istituzioni ed i funzionari. Perché, ha aggiunto, “la mia obbligazione è quella di rispettare le istituzioni ed i suoi lavoratori pubblici, perché questi ultimi appartengono al popolo e non perché lo dice Rajoy”.
 
Qualche ora prima, un’importante presa di posizione ha preceduto la cerimonia: Ada Colau e Pablo Iglesias hanno annunciato che l’unica soluzione al conflitto Madrid-Barcellona è quella di costruire una grande alleanza democratica. Il leader di Podemos ricorda inoltre la mancanza di comunicazione e volontà mostrata dal PP e dal suo presidente, auspicando ad un superamento del problema attraverso l’unione delle sinistre spagnole, affinché “si possa costruire insieme un governo nazionale progressista che possa dialogare e negoziare il referendum con un governo catalano progressista”.

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