Ho lavorato per oltre un anno alla costruzione di un partito che fosse in grado di ridare respiro e voce a quanti in questo Paese si trovano in difficoltà per le ingiustizie e le diseguaglianze che lo attraversano e che permeano la società. Ho messo tanto entusiasmo, impiegando tempo, fatica e risorse per la costruzione di quella che oggi è diventata Sinistra Italiana. Volevo un partito che avesse l’ambizione di farsi portatore di quelle istanze e che fosse in grado di coagulare intorno a se tante persone e intelligenze, aprendosi a militanti, all’associazionismo e a tutti coloro che non si sentivano più rappresentati da alcun soggetto politico esistente. Purtroppo oggi non posso considerare la mia casa il partito che è scaturito da quel lungo e difficile percorso costitutivo, iniziato nel novembre 2015 con la costituzione di un gruppo parlamentare e culminato domenica 19 con il congresso fondativo di Rimini. Dico purtroppo perché in questi mesi ho avuto modo di lavorare fianco a fianco con tantissime persone, compagne e compagni, vecchie e nuove, con storie simili alla mia ma anche profondamente diverse, le quali mi hanno arricchito e che spero di ritrovare presto in molte battaglie comuni. Durante il cammino ci sono stati momenti difficili, di contrasto, talvolta anche duro e aspro, ma ritengo sempre leale. Ho avuto alcuni dubbi nel corso di questo lungo percorso e mi sono trovato a confrontarmi da diversi punti di vista e posizioni, ma sempre con un unico obiettivo: la costruzione di un partito nuovo, plurale, aperto e profondamente in discontinuità con le politiche degli ultimi anni. Un partito riformista, che riconosca la centralità del lavoro e del reddito, che faccia dell’Europa la sua casa con i suoi limiti (tanti) e i suoi pregi. Che, soprattutto, mi dia l’entusiasmo di impiegare il mio tempo per battermi giornalmente per battaglie in cui credo, sottraendo tempo agli affetti e al lavoro. Che mi faccia sentire parte di una comunità unita e coesa, seppure nelle diversità che ogni storia collettiva porta con se. Sinistra Italiana, oggi, non può essere quel partito. Il congresso fondativo ha evidenziato tutti i temuti limiti della proposta politica. Non intendo sminuire un percorso che a lungo è stato il mio e non entrerò nel merito della questione. Anche perché rispetto profondamente il lavoro e l’impegno quotidiano di chi proseguirà su quella strada, che spero possa avere il successo che merita. Il panorama è mutevole e non so cosa ci riserveranno i prossimi giorni, settimane e mesi. Spero di reincontrare tanti compagni e tante compagne in un futuro molto prossimo e faccio loro i più sinceri auguri per le lotte e le battaglie che sapranno portare avanti con la consueta caparbietà e determinazione, anche dentro un soggetto che non è più il mio, a partire dai referendum promossi dalla CGIL. Sono sicuro care compagne e compagni, ma anche amiche e amici, che questo sia solo un arrivederci. Ciò che ci divide è niente rispetto ciò che ci unisce.
Da oggi lavorerò per la ricostruzione di una sinistra progressista in Italia e nel mio territorio, nello spirito che ha animato il percorso di Sinistra Italiana, ma con l’ambizione di occupare interamente il campo della sinistra, collaborando con le altre forze politiche e sociali e facendo propria la sfida del governo.
Buon cammino a tutte e tutti.
di: Vito Nocera,
di: AmericoRoma,