Trump; il referendum; il Bataclan.
Questa serie unica di circostanze, mi fa riflettere su quello che vedo succedere in ciò che chiamiamo “l’ala sinistra dello schieramento politico”.
Quello che noto io, è una cultura politica, genericamente identificata come “Liberal” o “Progressista”, pericolosamente distante dalla realtà. Politici e “intellettuali”, ripiegati su se stessi al punto di non rendersi conto che la “Casalinga di Voghera” e “il Signor Rossi” appartengono ormai a un altra realtà.
Ho visto le grandi “star Liberal” spendersi per sostenere la candidatura della Clinton non perché mossi da un reale interesse verso il miglioramento della società americana, ma principalmente per quelli che sembrano quasi capricci: “Voglio una donna alla casa bianca”, “Trump è brutto cattivo e ignorante, fascista e sessista”. Le accuse mosse a Trump non erano quindi sul piano politico o sociale, ma piuttosto sul paragone tra la saggia donna illuminata contro lo zotico ignorante.
Così, mentre i primi organizzavano party e concerti più simili alla settimana della moda che alle feste dell’Unità degli anni 70; Trump, parlando il linguaggio comune, conquistava il consenso e la Casa Bianca offrendo agli elettori le sue soluzioni (ampiamente criticabili nel merito).
La risposta post elezione che si vede è quella di una “comunità” Liberal sdegnata che da una parte afferma saccente che ” Trump sarà costretto a rimangiarsi le sue promesse, e già ha iniziato a farlo…e noi lo sapevamo” e dall’altra mobilita i “Rebel Chic” per manifestare contro il risultato delle elezioni ignorando che Trump sia stato eletto in libere elezioni e senza neppure concedere al vincitore i primi “100 giorni”.
In Italia, questa comunità, meglio conosciuta con il termine “Radical Chic”, si mobilita (almeno nella parte avversa a Renzi) per far votare NO al referendum e per realizzare nuovi progetti politici radicali.
Ecco quindi moltiplicarsi le conferenze sulla “bellezza” della Costituzione o lunghe lezioni magistrali di diritto costituzionale, con diversi stimati professori che provano a spiegare le loro ragioni quasi fossero in un aula universitaria.
Quasi in contemporanea abbiamo poi un proliferare di articoli e volantini che, facendo a gara a chi trova la citazione più colta o l’espressione più aulica, ripetono espressioni come “combinato disposto”, “deriva autoritaria”, “egemonia oligarchica” e attaccano la riforma non nel merito, ma perché “scritta male” e/o” d’impianto autoritario”.
Un esempio di questo “modo di essere” è stato il dibattito di qualche tempo fa tra Renzi e l’ottimo Zagrebelsky, non a caso molto apprezzato dagli appartenenti a questa “amalgama”. Mentre il premier dava infatti il meglio di se, ripetendo i concetti “base” della sua riforma, in un linguaggio molto semplice e comunicativamente efficace, il secondo leggeva in diretta la riforma per dimostrare quanto fosse brutta, lunga e poco “colta”.
Fiumi d’inchiostro sono stati scritti su come questa riforma sia “peggio che la legge Acerbo” e che la nostra costituzione sia “la più bella del mondo” quindi non vada toccata da Renzi e Verdini perché non degni di farlo.
Se la Casalinga di Voghera e il Signor Rossi dovessero mai trovarsi a assistere a uno di questi dibattiti, forse ne ricaverebbero un gran mal di testa, senza comprendere molto, di cosa sia la riforma. Per nostra imprevista fortuna però, basterebbe loro incrociare un dibattito di Salvini (non a caso paragonato a Trump) che invita a votare No per mandare a casa Renzi e a quel paese la Merkel, tesi probabilmente poco attinenti alla riforma in sé, ma che forse possono trovare più consenso.
Naturalmente in casa nostra non ci facciamo mancare nulla, ecco quindi l’altra componente di questa amalgama: i Rebel Chic, versione più giovane dei Radical Chic, ancora abbastanza in forma per fare a botte con carabinieri e polizia scimmiottando la rivoluzione.
Sempre pronti a scendere in piazza e contestare ogni passo del premier, documentando ovviamente ogni cosa sui social network, spesso utilizzando telefoni da 900€ l’uno, perché insomma la rivoluzione va fatta, ma se non documenti tutto con un iPhone e non indossi un parka firmato Saint Lauren poi cosa pensano i tuoi contatti che vedono le foto su Instagram?!
Per nostra sfortuna la diffusione di questa “amalgama” è internazionale, così ecco una parte dell’amalgama convergere su Parigi per commemorare il primo anniversario della strage del Bataclan.
L’avvenimento è assolutamente da non perdere: un concerto-evento esclusivo di Sting, mostro sacro della vecchia generazione di Radical Chic, i cui proventi andranno, ovviamente, in beneficenza. I biglietti vanno esauriti in meno di un ora, ma non preoccupatevi, il tutto sarà accuratamente documentato dai nuovissimi iPhone o Galaxy 7 di molti degli spettatori.
Soffermiamoci un attimo a pensare e proviamo ad inserire anche questo evento (perché più che una commemorazione è un evento) in un più ampio scenario, ci renderemmo conto che ancora una volta questa amalgama chic ha trasformato la realtà in qualcosa di “figo”, confezionato e allestendo un evento che possa trovare spazio sui giornali patinati.
La sera della indegna tragica strage infatti, al Bataclan suonavano gli “Eagles of Death Metal” un gruppo hard rock e/o punk rock.
Il pubblico era composto da molti giovani e meno giovani interessati e appassionati al mondo della musica punk, metal, hard rock. Eppure non è stato chiamato quel mondo ieri a partecipare alla commemorazione delle vittime dello scorso anno, perché non è quello il mondo (anzi il life style direbbero) che va di moda: la musica sarebbe troppo alta, le creste i capelli colorati, la birra da quattro soldi…insomma non è roba chic. Molto meglio un concerto per pochi eletti ad assistere allo spettacolo di un mostro sacro che produce anche uno squisito vino toscano…
Purtroppo anche nei dibattiti interni a chi oggi in Italia, partiti e associazioni, si impegna per dare un volto nuovo alla sinistra, ho visto molte persone fare a gara a citare questo o quel pensatore e documenti degni di una tesi di laurea in filosofia o storia della politica (magari scritti con Montblac e/o computer da più di 2000 euro), mi auguro con tutto il cuore che piano piano questo processo riesca a riconnettersi con la realtà, smettendo di parlare solo ai lettori di Majakóvskij e ai fan di Sorrentino e che cominciando a parlare anche ai lettori di Baricco e ai fan dei fratelli Vanzina (ovviamente va bene anche se non leggono affatto e guardano solo programmi d’intrattenimento alla tv).
Altrimenti, iniziamo già a comprare i parka della collezione autunno inverno 18/19.
Se non altro, quando protesteremo in piazza contro il premier Salvini, potremo mettere le foto fatte con il nostro nuovo iPhone 8 su Instagram e prendere un sacco di cuoricini.
Nato geek e Infoumano per vocazione, sono fermamente convinto che le cose diano il meglio di sé quando mescolate tra loro. Appassionato in egual misura d'informatica, storia, letteratura e politica. Attualmente lavoro come Project Manager per una nota agenzia pubblicitaria milanese.
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